Le trame di tutti i film in concorso alla Mostra del cinema di Venezia

VENEZIA. Ecco la sinossi delle trame dei ventun film in concorso alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia.
HUMAN FLOW di AI WEIWEI
(Stati Uniti/Germania, Film Base, Venezia 74)
Documentario
Il film indaga la crisi dei rifugiati a livello globale in maniera artistica, testimoniando l’impressionante portata del fenomeno in ventitre paesi. Filmato nel corso di un intero anno, l’opera arriva in un momento decisivo, nel quale la tolleranza, la compassione e la fiducia sono più necessari che mai.
AI WEIWEI (1957) è un artista di fama mondiale, dal 2004 è anche regista di una ventina di documentari artistici, spesso dalla spiccata tendenza sociale, a partire da Beijing 2003, passando per Fairytale (2008), fino ad arrivare al più recente Ai Weiwei's Appeal ¥15,220,910.50 (2014). Dopo aver esposto le sue opere in tutto il mondo è più volte stato protagonista di Biennale Arte e di Biennale Architettura, in particolare nel 2013, quando ha esposto tre grandi opere. Partecipa per la prima volta alla Mostra del Cinema.
MOTHER! di DARREN ARONOFSKY
(Stati Uniti, Paramount Pictures, Venezia 74)
Con Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Michelle Pfeiffer, Ed Harris, Domhall Gleeson
Darren ARONOFSKY (New York, Stati Uniti, 1969) è un regista, produttore e sceneggiatore statunitense candidato all’Oscar. Esordisce nel 1998 con Pi – Il teorema del delirio, che gli è valso il Premio per la miglior regia al Sundance Film Festival e l’Independent Spirit Award per la migliore sceneggiatura. Il suo secondo film Requiem for a Dream è stato presentato a Cannes nel 2000. Per la sua interpretazione nel film, Ellen Burstyn ha ottenuto una nomination all’Oscar. L’audacia formale dell’opera e il suo carattere viscerale ne hanno fatto un punto di riferimento per i cineasti più giovani. Il suo cult-movie del 2006, The Fountain, ha diviso il pubblico in occasione della prima a Venezia. Con The Wrestler (2008) ha vinto il Leone d’Oro alla 65. Mostra di Venezia e in seguito l’Independent Spirit Award per il miglior film. Con Il cigno nero, che ha aperto la 67. Mostra di Venezia, è riuscito a coniugare gli universi pulp del melodramma e dell’horror a un taglio artistico originale e raffinato. Nel 2014 realizza Noha con Russel Crowe, che narra con toni epici e fantastici il racconto biblico dell’arca di Noè riscuotendo un ottimo successo di pubblico.
SUBURBICON di GEORGE CLOONEY
(Stati Uniti, Paramount Pictures, Venezia 74)
Con Matt Damon, Julianne Moore, Noah Jupe, Oscar Isaac
Scritto da George Clooney e Grant Heslov assieme ai fratelli Coen, il film è ambientato a Suburbicon, una pacifica comunità suburbana con case a buon mercato e giardini ben curati. Sembra il luogo perfetto per crescere una famiglia ed è proprio ciò che sta facendo la famiglia Lodge, nell’estate del 1959. Questa maschera tranquilla nasconde una realtà disturbante, dove il padre e marito Gardner Lodge (Matt Damon) deve attraversare l’oscuro sottobosco della città, fatto di tradimenti, inganni e violenza. Una storia di persone molto imperfette che compiono scelte molto sbagliate.
Attore tra i più importanti della sua generazione, nonché regista impegnato e apprezzato dalla critica, George CLOONEY è un aficionado della Mostra del Cinema. Nel 2005 vi presenta in Concorso Good Night, and Good Luck., film che ottiene l’Osella per la miglior sceneggiatura e la Coppa Volpi a David Strathairn per la migliore interpretazione maschile. Torna a Venezia nel 2007 come interprete di Michael Clayton, poi nel 2008 per Burn After Reading dei fratelli Coen. Nel 2011 è regista e interprete di The Ides of March, film d’apertura della 68. Mostra. Ne 2013 recita a fianco di Sandra Bullock in Gravity di Alfonso Cuarón, che apre la 70. Mostra del Cinema.
THE SHAPE OF WATER di GUILLERMO DEL TORO
(Stati Uniti, Fox Searchlight, Venezia 74)
Con Sally Hawkin, Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg, Octavia Spencer
Stati Uniti, 1963, in piena guerra fredda, Elisa (Sally Hawkin), lavorando come inserviente con la collega Zelda (Octavia Spencer) all’interno di un laboratorio sotterraneo del governo americano, scopre un essere metà uomo e metà pesce. La strana e particolare creatura risulta perfetta per un esperimento top-secret, guidato in primis dal malvagio scienziato Strickland (Micahel Shannon), che vuole trasformarla in un’arma vivente. L’amicizia tra Elisa ed il mostro gentile sarà quindi messa a dura prova.
Regista messicano di fama mondiale, DEL TORO (Guadalajara, Messico, 1964) è anche produttore e sceneggiatore, nonché esperto di effetti visivi e make-up. Fa il suo esordio nel lungometraggio con Cronos (1993), presentato alla Semaine de la Critique di Cannes dove si aggiudica il premio come miglior film. L’opera seconda, Mimic (1997), viene presentata a Venezia nella sezione Mezzanotte. Seguono una serie di successi tra cui Hellboy (2004), super eroe tratto da un celebre fumetto americano, e Il labirinto del fauno (2006), racconto fantasy molto apprezzato dalla critica e premiato con tre Oscar. Del Toro ottiene una nomination per la miglior sceneggiatura originale. Nel 2013 il regista messicano firma il blockbuster di sci-fi Pacific Rim e nel 2015 Crimson Peak, dramma dalle tinte horror e fantasy. Nel 2006 Guillermo del Toro è stato membro della Giuria Opera Prima "Luigi De Laurentiis" alla Mostra di Venezia.
THE INSULT di ZIAD DOUEIRI
(Francia, Tessalit, Venezia 74)
Con Adel Karam, Kamel El Basha, Camille Salameh, Rita Hayek
Siamo nel Libano di oggi, mentre restaura la facciata di un edificio, Toni, un libanese di fede cristiana, e Yasser, un palestinese, si scontrano su una banale questione idraulica e Yasser finisce con l’insultare Toni che, ferito nell’orgoglio, compila un reclamo. Inizia così un lungo processo che metterà a confronto palestinesi e libanesi cristiani.
Ziad DOUEIRI (1963, Libano) vince numerosi premi con la sua opera prima, West Beyrouth nel 1998, tra cui il premio della critica a Toronto. Presenta poi al Sundance nel 2004 Lila dice, a cui segue il fortunato The Attack nel 2012, con il quale vince la menzione speciale della giuria a San Sebastian. È inoltre un apprezzato operatore che ha collaborato con Quentin Tarantino da Le iene a Jackie Brown.
LA VILLA di ROBERT GUÉDIGUIAN
(Francia, Zipporah, Venezia 74)
Con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Jacques Boudet, Anaïs Demoustier, Robinson Stévenin
In una piccola baia vicino a Marsiglia si trova la bellissima villa di proprietà di un uomo anziano che sta vivendo i suoi ultimi giorni di vita. I suoi tre figli decidono di riunirsi intorno a lui: Angela (un'attrice che vive a Parigi), Joseph (che si è appena innamorato di una ragazza giovanissima) e Armand (l'unico che si sta occupando del ristorante di famiglia). L'arrivo di un gruppo di persone in barca metterà in subbuglio il loro equilibrio.
Il regista francese Robert GUÉDIGUIAN (Marsiglia, Francia, 1953),può essere considerato il moderno cantore di Marsiglia, la città dove è nato e vissuto e dove si svolge anche La ville est tranquille, film da lui diretto e presentato a Venezia nel 2000. Tra i suoi film più noti, si ricordano Marius e Jeannette (1997), Le passeggiate al Campo di Marte (2005), Le nevi del Kilimangiaro (2011). L’anno scorso Guédiguian ha partecipato alla 73. Mostra in veste di Presidente della Giuria Orizzonti. Guédiguian ha creato un collettivo di produttori (AGAT Films & Cie / Ex Nihilo) che adotta un approccio militante in ogni campo della creazione e della performance audiovisive.
LEAN ON PETE di ANDREW HAIGH
(Gran Bretagna, Curzon Artificial Eye/A24, Venezia 74)
Con Charlie Plummer, Steve Buscemi, Chloë Sevigny
Charlie Thompson (Charlie Plummer) è un ragazzo di quindici anni che vive spostandosi con il padre tar i piccoli centri del Nordovest americano. Il suo desiderio è di avere una casa, cibo caldo sulla tavola e una scuola che possa frequentare per più di metà anno. Suo padre lavora in un magazzino, e trovare stabilità per loro è difficile. Sperando in un nuovo inizio, si spostano a Portland, in Oregon dove Charlie inizia un lavoro estivo con un allenatore di cavalli (Steve Buscemi), e stringerà un forte legame con il cavallo da corsa fallito Lean on Pete.
Andrew HAIGH (Harrogate, Gran Bretagna, 1973) è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico britannico. Esordendo come sceneggiatore e regista di corti, dirige il suo primo film nel 2009, Greek Pete. Dopo Weekend (2011) vicino alle tematiche dell’omosessualità, con 45 anni (2015) permette alla protagonista Charlotte Rampling di guadagnarsi una candidatura all’Oscar per la Miglior attrice protagonista, oltre al premio per la migliore interpretazione femminile a Berlino. Lo stesso premio è stato ottenuto dal co-protagonista Tom Courtenay.
MEKTOUB, MY LOVE: CANTO UNO di ABDELLATIF KECHICHE
(Francia/Italia, Pathé/France 2 Cinéma, Venezia 74)
Con Shain Boumedine, Ophélie Baufle, Salim Kechiouche, Lou Lattiau, Alexia Chardard, Hafsia Herzi
Il film ricalca in modo quasi fedele la trama de Il disprezzo di Godard, del 1963. Amin, un giovane sceneggiatore, si trasferisce nella sua città natale sul Mediterraneo per una vacanza estiva durante la quale si innamorerà di Jasmine. Nel frattempo incontrerà un produttore che acconsentirà a finanziare il suo primo film, ma la moglie del produttore mostrerà interesse per Amin, ponendolo davanti alla decisione di scegliere tra lei, Jasmine o la sua carriera.
Abdellatif KECHICE (Tunisi, Tunisia, 1960) è un regista e sceneggiatore tunisino naturalizzato francese, che realizza drammi legati molto spesso alla cultura nordafricana in Francia. Esordisce nel 2000 con Tutta colpa di Voltaire che vince a Venezia il premio Luigi De Laurentis per la miglior opera prima. Nel 2005 vince il premio César per il miglior film, miglior sceneggiatura e come miglior regista per La schivata. Con Cous cous, nel 2007 permette alla protagonista Hafsia Herzi di vincere il premio Marcello Mastroianni alla 64. mostra di Venezia come miglior attrice protagonista. Il suo Venere Nera partecipa in Concorso a Venezia nel 2010. Nel 2013 vince la Palma d’oro a Cannes con La vita di Adele.
SANDOME NO SATSUJIN (THE THIRD MURDER) di KOREEDA Hirokazu
(Giappone, Wild Bunch, Venezia 74)
Con Fukuyama Masaharu, Yakusho Kōji, Hirose Suzu
Giappone, oggi, l’avvocato Shigemori si incarica della difesa di un uomo sospettato di una rapina con omicidio. L’accusato era già stato in prigione per assassinio trenta anni prima. Le possibilità di vincere il caso sono quasi nulle, in quanto il sospettato si dichiara colpevole nonostante sappia di rischiare la pena di morte. Con il proseguo dell’indagine però, ascoltando le testimonianze dei familiari della vittima e del suo cliente, l’avvocato inizia a dubitare che l’uomo sia davvero colpevole.
KOREEDA Hirokazu (Tokyo, 1962) è uno dei più importanti registi giapponesi contemporanei, erede della tradizione minimalista resa celebre da Ozu. Il suo primo lungometraggio – Maborosi – è stato presentato in Concorso a Venezia nel 1995, vincendo l’Osella d’oro per la fotografia. Con After Life (1998) conquista fama internazionale e il successivo Distance (2001) viene selezionato in concorso a Cannes, così come il suo quarto film, Nobody Knows (2004), con il quale Yagira Yuya diventa il più giovane attore a vincere la Palma per la migliore interpretazione. In patria il regista conquista il primo posto nella prestigiosa Best Ten di Kinema Junpo. Altri suoi celebri film includono Still Walking (2008), Air Doll (2009) e I Wish (2011). Con Like Father, Like Son (2013) torna in concorso a Cannes e vince il Premio della Giuria, oltre a numerosi altri riconoscimenti internazionali. Il suo ultimo film, distribuito recentemente anche in Italia, è Ritratto di famiglia con tempesta.
JUSQU’A LA GARDE di XAVIER LEGRAND
(Francia, K.G. Productions, Venezia 74)
Con Denis Ménochet, Léa Drucker, Thomas Gioria, Matilde Auneveux, Saadia Bentaïeb
Francia, oggi, dopo il divorzio, Miriam chiede la custodia esclusiva del figlio Julien, accusando il marito di comportamenti violenti. Ma il giudice opta per una custodia condivisa e Julien diventa oggetto di contesa tra i due genitori. Cercherà in tutti i modi di evitare che la situazione generi.
Xavier LEGRAND (Francia) è un attore e regista francese. Nel 2013 fa il suo esordio alla regia con il cortometraggio Avant que de tout perdre, nominato all’Oscar per il miglior cortometraggio e vincitore di un César per la stessa categoria. Jusqu'à la garde è il suo primo lungometraggio.
AMMORE E MALAVITA di MANETTI BROS.
(Italia, Madeleine/Manetti bros. Film, Venezia 74)
Con Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Claudia Gerini, Carlo Buccirosso
Un musical neomelodico in cui un boss della camorra (Carlo Buccirosso) sceglie di cambiare vita cercando in ogni modo di sparire dalla circolazione anche grazie al supporto dell’astuta moglie (Claudia Gerini). Nel frattempo un’infermiera (Serena ossi) che sogna un futuro migliore e un sicario della camorra (Giampaolo Morelli) si trovano a dover fare i conti con loro stessi e con un passato sentimentale che riaffiora.
Marco e Antonio Manetti, meglio conosciuti come MANETTI BROS., sono una coppia di registi, sceneggiatori e produttori romani noti e attivi sulla scena italiana da più di 15 anni. Hanno diretto una pionieristica serie per il web nel 1999 (Scums - the web series), un centinaio di videoclip per musicisti di punta, film per il cinema (Zora la vampira, Piano 17) e per la tv (Torino Boys, alcune puntate di Crimini e l'acclamata serie L'ispettore Coliandro). Dopo aver prodotto o partecipato alla produzione di alcuni film tra cui Piano 17 decidono, per continuare il loro percorso di cinema indipendente, di fondare nel 2010 la loro casa di produzione, la Manetti bros film.
FOXTROT di SAMUEL MAOZ
(Israele/Germania/Francia/Svizzera, Match Factory, Venezia 74)
Con Lior Ashkenazi, Sarah Adler, Yonatan Shiray
La vita è frutto del caso oppure dietro una lunga serie di apparenti casualità si cela un piano sofisticato? Possiamo indirizzare il nostro destino? Foxtrot è un film personale basato sull’esperienza da soldato del regista, che racconta una storia di dolore, tragica e universale.
Samuel MAOZ (1962, Tel Aviv, Israele) è un regista israeliano. Dopo aver lavorato nel documentario, vince con la sua opera prima Lebanon il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2009. Seguono molti altri premi internazionali. Nel 2010 ha fatto parte della Giuria Opera Prima e successivamente ha partecipato al progetto Venice 70: Future Reloaded con il cortometraggio The End. Quest’anno torna in Concorso a Venezia con il suo secondo lungometraggio.
THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI di MARTIN McDONAGH
(Gran Bretagna, Fox Searchlight, Venezia 74)
Con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish, John Hawkes, Peter Dinklage
Una madre, Mildred Haynes (Frances McDormand), cerca giustizia per l’omicidio della figlia, e non trovando appoggio da parte della polizia locale, pigra incompetente e menefreghista, decide di ingaggiare una battaglia senza esclusione di colpi contro la legge. A fronteggiarla ci sono lo sceriffo William Willoughbly (Woody Harrelson) ed il vice Dixon.
Martin MCDONAGH (Londra, Gran Bretagna, 1970) è un regista e sceneggiatore inglese vincitore di un Premio Oscar per il suo primo cortometraggio, Six Shooter (2004). Ha poi esordito nel lungometraggio con il pluripremiato In Bruges (2008), candidato all’Oscar per la sceneggiatura, a cui è seguito Sette psicopatici nel 2012, vincitore del Premio del pubblico a Toronto. Con Three Billboards è per la prima volta a Venezia. Autore di pellicole che mescolano commedia e dramma con forti dosi di umorismo nerissimo, è anche sceneggiatore di tutti i suoi film, oltre a essere stato produttore dell’opera prima del fratello John, Un poliziotto da happy hour, candidato ai Golden Globe.
HANNAH di ANDREA PALLAORO
(Italia/Francia/Belgio, Partner Media investment/Rai Cinema, Venezia 74)
Con Charlotte Rampling, Andrè Wilms
Hannah è una donna polacca di sessant’anni che, a seguito dell’incarcerazione di suo marito, resta sola e incapace di accettare la realtà che la circonda, cadendo in un graduale quanto inesorabile crollo emotivo e psicologico.
Andrea PALLAORO (Trento, Italia, 1982) è un regista e sceneggiatore italiano. Esordisce nel mondo del cinema nel 2008 con il cortometraggio dalla forte carica drammatica Wunderkammer. Nel 2013 realizza il suo primo lungometraggio, Medeas, che riscuote un notevole successo di critica venendo premiato da Martin Scorsese, alla presenza di Paolo Sorrentino, come miglior regista al Marrakech International Film Festival. Medeas è stato presentato in anteprima mondiale a Venezia, nella sezione Orizzonti.
DOWNSIZING di ALEXANDER PAYNE
(Stati Uniti, Paramount Pictures, Venezia 74 – Film d’apertura)
Con Matt Damon, Christoph Waltz, Hong Chau, Kristen Wiig
Paul Safranek (Matt Damon), un uomo ordinario di Omaha, insieme alla moglie Audrey (Kristen Wiig) sogna una vita migliore. Per rispondere alla crisi causata dalla sovrappopolazione, gli scienziati hanno sviluppato una soluzione radicale che permette di rimpicciolire gli esseri umani a pochi centimetri. Paul e Audrey decidono di correre il rishio e sottoporsi a questo processo di trasformazione fisica.
Alexander PAYNE (Stati Uniti, 1961) è un regista, sceneggiatore e produttore americano. Dopo essersi laureato a Standford, frequenta la Film School di UCLA dove realizza The Passion of Martin, film di laurea che gli permette di guadagnarsi un contratto con la Universal per esordire nel lungometraggio con La storia di Ruth – Donna americana. Con Election (1999) viene candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, oltre a ricevere il premio per la stessa categoria da Writers' Guild of America e dal New York Film Critics Circle. Nel 2002 scrive e dirige A proposito di Schmidt presentato in Concorso a Cannes e vincitore di un Golden Globe per la sceneggiatura, con Jack Nicholson candidato all’Oscar e vincitore di un Golden Globe. Sideways – In viaggio con Jack (2004) riscuote notevole successo e vince un Golden Globe come Miglior Film nella categoria commedia e musical, oltre a un Oscar e a un altro Golden Globe per la migliore sceneggiatura non originale, scritta dallo stesso Payne assieme a Jim Taylor. Il quartetto d’attori protagonista (Thomas Haden Church, Paul Giamatti, Virginia Madsen e Sandra Oh) riceve numerose nomination ai più importanti premi dell’anno. Dopo aver girato un episodio del film collettivo Paris, je t’aime (2006), torna alla regia nel 2011 con Paradiso amaro, grazie al quale si aggiudica il Premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Nel 2013 dirige Nebraska, film in concorso a Cannes dove il protagonista Bruce Dern riceve la Palma per la migliore interpretazione. Il film riceve inoltre sei nomination all’Oscar e cinque ai Golden Globe.
JIA NIAN HUA (ANGELS WEAR WHITE) di VIVIAN QU
(Cina/Francia, Wild Bunch, Venezia 74)
Con Wen Qi, Zhou Meijun, Shi Ke, Geng Ie, Liu Weiwei, Peng Jing
Due studentesse vengono assalite da un uomo di mezza età in un motel di una piccola città di mare, nel Sud della Cina. Mia lavora alla reception del motel ed è l’unica testimone, ma per paura di perdere il lavoro non dice nulla. Nel frattempo la dodicenne Wen, una delle vittime, non trova adeguato supporto dai suoi genitori, mentre le indagini della polizia si bloccano improvvisamente. La credibilità delle ragazze è messa in dubbio e l’uomo accusato è una persona influente.
Vivian QU (Pechino, Cina) è una produttrice e regista cinese. A partire dal 2007 ha prodotto numerosi film cinesi di successo, tra i quali anche Fuochi d’artificio in pieno giorno, Orso d’oro a Berlino nel 2014. La sua opera prima da regista, Trap Street (2013), è stata presentata alla Mostra di Venezia, nella sezione parallela Settimana della Critica. È tornata l’anno successivo a Venezia come membro della Giuria Opera Prima.
UNA FAMIGLIA di SEBASTIANO RISO
(Italia, Venezia 74)
Con Micaela Ramazzotti, Patrick Bruel
Nella Roma di oggi, Vincent e Maria sembrano una coppia come tante altre: lui francese di cinquant’anni, lei italiana sulla trentina. Eppure è difficile non notare i piccoli segni di inquietudine che provengono dalla donna. Maria è troppo vulnerabile, troppo innamorata, per affermare il proprio malessere. Vincent non capisce però che ciò che viene messo in discussione da Maria non è il loro amore, ma il progetto di vita che stanno costruendo.
Sebastiano RISO (Catania, Italia, 1983) si forma a Roma e dirige alcuni cortometraggi a partire dal 2005 per poi esordire nel lungometraggio con Più buio di mezzanotte, presentato alla Semaine de la Critique a Cannes nel 2014, dove riscuote un’ottima accoglienza critica, grazie a una storia di formazione e diversità ambientata nella Sicilia contemporanea.
FIRST REFORMED di PAUL SCHRADER
(Stati Uniti, Killer Films/Arclight Films/Omeira Studio Partners, Venezia 74)
Con Amanda Seyfried, Ethan Hawke, Cedric Kyle
L’ex cappellano militare Toller (Ethan Hawke) è torturato dalla perdita del figlio, caduto in guerra e incoraggiato dal padre ad arruolarsi. Toller mette in dubbio la propria fede religiosa, influenzato dalle parole dell’amico Michael, marito di Mary (Amanda Seyfried), e ambientalista radicale. Toller scopre inoltre l’esistenza di rapporti ambigui tra la propria Chiesa e società multinazionali prive di scrupoli. Quando Michael commette suicidio, Toller decide di continuare e mettere in atto il piano dell’amico.
Paul SCHRADER (1946, Grand Rapids, Michigan, Stati Uniti) è un regista e sceneggiatore americano. Ha realizzato la sceneggiatura di importanti film come Taxi Driver (1976), Raging Bull (1980) e The Last Temptation of Christ (1988) tutti per la regia di Martin Scorsese. Dirige inoltre numerosi film, tra i quali ricordiamo Hardcore (1979), presentato a Berlino, American Gigolo (1980), Mishima: A Life in Four Chapters (1985), premio per il Miglior contributo artistico a Cannes dove viene presentato in concorso. Torna a Cannes con Patty Hearst (1988), mentre Light Sleeper (1992) viene presentato a Berlino. Con First Reformed è per prima volta in concorso a Venezia, dopo aver presentato Affliction (1997) nella sezione Mezzanotte, e The Canyons nel 2013. Ha contribuito al progetto Future Reloaded della Mostra di Venezia, realizzando uno dei 70 cortometraggi.
SWEET COUNTRY di WARWICK THORNTON
(Australia, Venezia 74)
Con Sam Neil, Bryan Brown, Hamilton Morris, Thomas M. Wright
Australia, entroterra nord, 1929. Sam è un aborigeno custode di bestiame. Harry Marsh, di ritorno dal fronte occidentale, viene designato come nuovo operatore della stazione e Sam viene mandato insieme alla famiglia ad aiutare a rinnovare l’avamposto. Il rapporto tra i due degenererà per colpa del carattere aggressivo e razzista di Harry, al punto tale che Sam diventerà ingiustamente un fuorilegge, costretto a fuggire con la moglie incinta.
Warwick THORNTON (Alice Springs, Australia) è un regista e sceneggiatore australiano che tratta temi spesso vici, ed esordisce col suo primo lungometraggio nel 2009, Samson and Delilah che vince la Caméra d’or a Cannes. Nel 2010 dirige un altro documentario, Art + Soul, incentrato sulla cultura degli indigeni australiani. Nel 2014 partecipa al progetto messicano-americano Words with Gods, un’antologia di nove segmenti diretti da altrettanti registi, che viene presentato fuori concorso alla 71. Mostra del cinema di Venezia.
THE LEISURE SEEKER di PAOLO VIRZÌ
(Italia, Indiana/Bac Films/Rai Cinema, Venezia 74)
Con Helen Mirren, Donald Sutherland
Ella (Helen Mirren) e John (Donald Sutherland) hanno deciso di partire con il loro camper per un viaggio alla scoperta dell’America, lasciandosi alle spalle divieti e ansie di figli, medici, paramedici, rompiscatole, esami e precauzioni. Ella ha diversi problemi di salute, John non ricorda come si chiama la moglie, ma la loro profonda unione dona loro di affrontare questa avventua. Il loro viaggio parte da Detroit e punta a Disneyland lungo la Route 66 a bordo di un Winnebago Leisure Seeker, la loro casa mobile.
Paolo VIRZÌ (1964, Livorno, Italia) è un regista e sceneggiatore italiano. Esordisce nel 1994 con La bella vita, presentato a Venezia, dove ritorna per la prima volta in Concorso nel 1997 con Ovosodo vincendo il Gran Premio Speciale della Giuria. Nel 2001 presenta, fuori concorso, My Name is Tanino, mentre l’anno successivo è membro della Giuria Opera Prima. Ha vinto il David di Donatello per il miglior film nel 2014 con Il capitale umano e di nuovo nel 2017 con La pazza gioia, film presentato con grande successo a Cannes. Con La pazza gioia Virzì conquista anche il David per la miglior regia.
EX LIBRIS: THE NEW YORK PUBLIC LIBRARY di FREDERICK WISEMAN
(Stati Uniti, Zipporah, Venezia 74)
Documentario
Un peculiare dietro le quinte di una delle più grandi istituzioni bibliotecarie al mondo che esemplifica il credo profondamente americano del diritto alla conoscenza dell’essere umano. L’opera esplora vari aspetti della Biblioteca: come sostiene le sue attività più tradizionali, come si è adattata alla rivoluzione digitale e come informa i suoi sostenitori con libri, concerti, letture e corsi.
Frederick WISEMAN (1930, Boston, Massachusetts, Stati Uniti) è un cineasta indipendente e regista teatrale. Ha realizzato oltre 40 documentari e 2 film di finzione: opere narrative drammatiche che cercano di ritrarre l’esperienza umana all’interno di una grande varietà di istituzioni sociali contemporanee. Tra i suoi documentari si ricordano Titicut Follies (1967), Welfare (1975), Near Death (1989), La Comédie Française ou L’amour joué (1996), La danse-Le ballet de l’Opéra de Paris (2009) e At Berkeley (2013, presentato a Venezia). Wiseman, dopo essere stato presente 7 volte a Venezia, è stato insignito del Leone d’oro alla carriera nel 2014 e partecipa per la prima volta in Concorso quest’anno. Ha vinto inoltre numerosi premi tra i quali un Premio Oscar onorario nel 2017, quattro Emmy, un MacArthur Prize Fellowship e un Guggenheim Fellowship.
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