Legambiente: «Più zone 30 e ciclabili». E il Comune di Padova approva la velocità ridotta
Analisi della mobilità fatta dagli ambientalisti: «Il tram porterà una vera rivoluzione, ma vanno potenziate le bici in sharing»

Ridurre gli incidenti stradali e l’inquinamento. In che modo? Limitando la velocità con le zone 30, ma anche i mezzi in circolazione grazie al tram e al trasporto pubblico.
La ricetta di Legambiente è chiara e viaggia verso un obiettivo: il traguardo del 2030 quando Padova dovrà essere tra le città più sostenibili d’Europa.
L’associazione ambientalista ha organizzato un viaggio in venti capoluoghi italiani per capire lo stato della situazione in vista delle scadenze previste tra cinque anni, come la nuova direttiva sulla qualità dell’aria, il taglio delle emissioni così come previsto dal Fitfor55 e il dimezzamento delle vittime della strada.
Incidenti e zone 30
Partiamo proprio dagli incidenti, un tema caldo visto che nel 2024 hanno lasciato sulle strade della città ben 10 vittime e 985 feriti.
Oggi Padova ha 84 chilometri di strade a velocità limitatissima e 204 chilometri di percorsi ciclabili. Gli obiettivi 2030 sono rispettivamente 100 chilometri di zone 30 e 300 di piste protette per le bici.
«Padova ha tutte le carte in regola per poter ambire a diventare una Città 30, è una realtà auspicabile», spiega Legambiente, con l’esempio di Bologna che ha azzerato i pedoni uccisi in incidenti stradali.
Una realtà che vede impegnata l’amministrazione, con l’assessore alla mobilità Andrea Ragona che recentemente ha promesso: «Stiamo adottando un criterio graduale, ma certo l’obiettivo è l’allargamento delle zone 30».
Nelle prossime settimane sarà discusso in consiglio il Pums (piano urbana della mobilità sostenibile) che sancirà la scelta.
Traffico e tram
Altro tema che incendia il dibattito cittadino è il traffico, esploso a causa dei cantieri del tram.
Per Legambiente però il problema è un altro: «Il congestionamento è rappresentato dall’alto tasso cittadino di motorizzazione, ben 62 auto ogni 100 abitanti – osservano l’associazione – Le nuove linee di tram costituiranno una vera e propria rivoluzione che consentirà di ridurre del 30% il traffico veicolare, del 25% i tempi di spostamento e del 35% l’incidentalità, nonché le emissioni inquinanti».
Critiche invece al processo di rinnovo della flotta dei bus: «È ancora troppo poco per una città come Padova, dove solo poco più del 15% dei bus è interamente elettrico», osserva il presidente Francesco Tosato.
Ciclabilità e inquinamento
«Padova ha una evidente vocazione alla ciclabilità, considerando che la bici copre il 22% dello split modale urbano – prosegue il presidente – La qualità però deve essere migliorata evitando in particolare, dove possibile, la commistione con i pedoni che genera insicurezza per entrambe le categorie».
Infine il cronico problema dello smog: «Con la nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria nel giro di soli cinque anni Padova dovrà ridurre le concentrazioni attuali di Pm10 del 35% e dell’No2 del 22%: un lavoro impegnativo», conclude l’associazione.
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