L'ennesima legge ad personam
Il maxirisarcimento di 750 milioni è equiparato al danno

Sopra, la Mondadori a Segrate A fianco, Cesare Previti con il suo legale e il giudice Metta, nel corso del processo per corruzione
U na larga indignazione ha suscitato l'inserimento nella manovra finanziaria di una norma che, modificando le attuali previsioni del codice di procedura civile, sospendeva necessariamente l'esecutività delle sentenze di condanna al risarcimento dei danni da fatto illecito di ammontare superiore a venti milioni di euro, se la parte soccombente presta idonea cauzione, rinviandola alla sentenza definitiva della corte di cassazione. La valutazione di tutti, eccezion fatta per i soliti collaboratori di Silvio Berlusconi, è che si tratta di una nuova norma ad personam. Già intorno alla metà di giugno il presidente del Consiglio aveva detto di temere una ormai imminente sentenza civile della corte d'appello di Milano, relativa alla condanna in primo grado della Fininvest al risarcimento dei danni per 750 milioni di euro subiti dalla Cir di Carlo De Benedetti in seguito a un'antica vicenda, quella del "lodo Mondadori". Secondo le previsioni di molti, la sentenza della corte d'appello dovrebbe confermare quella di primo grado del tribunale di Milano, pur con una riduzione dell'entità del risarcimento. A tal proposito, il presidente del consiglio, in varie occasioni, ha parlato di una «rapina a mano armata» organizzata ai suoi danni. Visto che i pretesi...«rapinatori» sono giudici della Repubblica conviene ricordare alcune cose. Intanto la sentenza del tribunale civile di Milano, quella appellata dalla Fininvest, prendeva spunto da un'altra sentenza penale del luglio 2007, con la quale la corte di cassazione aveva confermato la condanna di alcuni avvocati, fra i quali l'on. Previti, perché, «in concorso tra loro promettevano e versavano somme di denaro al magistrato Vittorio Metta, appartenente alla corte d'appello civile di Roma e relatore della causa, affinché questi violasse i propri doveri di imparzialità... allo scopo di favorire la famiglia Mondadori/Formenton nel giudizio che la vedeva opposta alla Cir dell'ing. De Benedetti». Per effetto della sentenza della corte d'appello di Roma la casa editrice Mondadori era entrata nell'orbita della Fininvest. A quella vicenda penale Silvio Berlusconi non era rimasto estraneo. Attraverso articolate operazioni finanziarie ampiamente descritte dai giudici, utilizzando società e/o conti bancari riconducibili al comparto estero della Fininvest, erano state messe a disposizione dell'avvocato Cesare Previti circa tre miliardi delle vecchie lire, 400 milioni delle quali erano destinate al giudice dott. Metta. La posizione di Berlusconi era stata definita con sentenza della corte d'appello di Milano nel maggio 2001 di non doversi procedere nei suoi confronti per il reato di corruzione semplice per prescrizione, maturata per effetto della concessione delle attenuanti generiche (ah, questi giudici comunisti!). Il tribunale civile di Milano ha scritto: la corresponsabilità sia pure ormai ai soli fini civilistici di Silvio Berlusconi comporta come logica conseguenza la responsabilità della Fininvest, questo «per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore, commesso nell'attività gestoria della società medesima». Affermazione giuridicamente ineccepibile. Dunque, la sentenza civile del tribunale ha fatto discendere da un giudicato penale, com'è logico che sia, la responsabilità civile per i danni che dal reato sono derivati, subiti in questo caso dalla Cir. Mentre con i suoi media tentava in ogni modo di screditare il primo giudice, anche con le cronache di grotteschi pedinamenti, la parte soccombente, Fininvest, ha appellato. E' ormai imminente la sentenza della Corte d'appello di Milano, alla quale si dovrebbe dare esecuzione. Allora, che fare? Continuare a parlare di una «rapina» sarebbe improduttivo. Trascurando il fatto che a metà giugno un referendum popolare ha dimostrato che il paese è stanco di norme pensate per tutelare interessi individuali, si è ritenuto più utile cercare di far approvare da una maggioranza blindata una nuova norma ad personam. Purtroppo siamo arrivati a questo.
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