L’Erasmus fa 25 anni: dal Bo partono in mille

PADOVA. Sono partiti in 22 mila nell’anno accademico 2010-2011, per andare a studiare negli atenei di Spagna, Francia e Germania o per fare un tirocinio all’estero. Da Padova sono partiti quasi in mille e sono rimasti «fuori casa» in media 6,8 mesi con un contributo comunitario mensile di 230 euro. Rappresentano il 10% dei circa 231 mila giovani europei che hanno partecipato a un programma Erasmus («3 milioni in 25 anni», calcola il direttore generale Indire, Antonio Giunta La Spada) e hanno così permesso all’Italia di piazzarsi al quarto posto nella classifica continentale della mobilità Erasmus.
A definire il profilo dello studente «emigrante» è il Rapporto annuale Erasmus 2010-2011 di Lifelong Learning Programme, diffuso in occasione del 25esimo anniversario del programma Erasmus, celebrato a Roma. Rispetto al 2009-2010, in un anno gli studenti italiani partiti per l’estero sono aumentati del 4,7%. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio, ha invitato Ue e i singoli paesi che partecipano al ’Programma Erasmus’ ad «aumentare», «nonostante il “rigore” imposto dalla crisi», «gli sforzi per lo scambio interculturale, andando anche oltre il periodo universitario».
AL TOP BOLOGNA, SAPIENZA E PADOVA. In media aderisce a un programma Erasmus l’1,1% degli iscritti all’università. Dall’ateneo di Bologna nel 2010-11 sono partiti in 1.516 (1,8%), dalla Sapienza di Roma in 1.221 (0,6%) e da Padova in 949 (1,6%). In generale si parte di più dalle regioni del Nord Ovest (5.339), ma in un anno gli studenti Erasmus delle Isole sono aumentati del 9,5%, quelli della Sardegna del 17%. «Stiamo lavorando perchè i programmi Erasmus possano coinvolgere anche la scuola secondaria», ha detto Marcello Limina, direttore generale Affari internazionali del Ministero dell’Istruzione.
METE PREFERITE SPAGNA E FRANCIA. I due paesi hanno accolto da soli circa 10 mila «erasmusiani» per studio. Al terzo e quarto posto si piazzano Germania e Regno Unito. In calo le presenze in Portogallo (-1,9%) e Grecia (-22,3%), mentre crescono in Polonia (+24,6%), Romania (+23,6%), Turchia (+19%). Nel 2009-2010 è cresciuta del 2,3% anche la mobilità in entrata, verso l’Italia. Gli studenti arrivano in particolare da Spagna, Francia e Germania.
AUMENTANO ERASMUS PER TIROCINIO. Nel 2010-11 sono cresciuti del 17,5% rispetto l’anno precedente e corrispondono al 10,2% (2.258) della mobilità italiana Erasmus. Se i ragazzi che partecipano a un programma di studio all’estero provengono da aree disciplinari come lingue straniere, legge e amministrazione, chi si reca all’estero per uno stage (in media 3,9 mesi con borse di studio variabili fino a 500 euro) è interessato, oltre che alle lingue straniere, ad architettura e scienze politiche. Le mete preferite sono Spagna, Regno Unito e Germania.
AZIENDE SCELGONO CHI HA FATTO ERASMUS. Secondo un sondaggio dell’Ufficio Studi Bachelor, il 78,1% delle aziende, tra due candidati con titoli equivalenti, preferirebbe inserire nel proprio staff chi ha fatto l’Ersamus. Ai fini dell’assunzione conta più della differenza di genere (per il 70,3%). «Le aziende guardano con attenzione alle capacità di relazione dei candidati, che si rafforzano nell’Erasmus», ha concluso Fabrizio Fabrini di Confindustria, settore Università.
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