«Lesioni gravi sul paziente», due anestesisti nei guai

PADOVA. È il 5 febbraio 2015 e all’ospedale Sant’Antonio il paziente, un padovano di 43 anni, è pronto per essere sottoposto a un intervento per la bonifica percutanea di una calcolosi renale già concordata con l’urologo di fiducia. Calcoli da eliminare: un intervento di routine, senza nessun particolare problema, che prevede la creazione di un accesso tubolare percutaneo fino al rene sotto controllo radiografico o ecografico. Poi, attraverso quell’incisione, è possibile afferrare direttamente con pinze o altri strumenti i calcoli per estrarli o frantumarli ed espellerli con le urine. Ma qualcosa va male: l’anestesia spinale avrebbe provocato una lesione midollare, almeno secondo le risultanze di un’inchiesta avviata in seguito alla denuncia del paziente che, da allora, ha la gamba sinistra paralizzata e ha perduto anche la funzionalità erettile. Con conseguenze devastanti per la vita quotidiana, professionale e personale dell’uomo che cammina con estrema difficoltà e non potrà più avere un’esistenza piena e completa come prima.
Rischiano di finire a processo per lesioni gravi due anestesisti: Maria Grazia Cappellazzo, 61 anni di Padova, e il collega Pierfilippo Tresin, 42 di Bovolenta: entrambi sono accusati di cooperazione in lesioni colpose gravi. A difenderli l’avvocato Franco Capuzzo, mentre la parte offesa è assistita dal penalista Claudio Todesco.
L’indagine è ormai conclusa e il pubblico ministero Benedetto Roberti si prepara a chiedere il processo a carico dei due medici. Medici ai quali si contesta di aver causato una lesione midollare a livello della porzione dorsale inferiore paramediana sinistra del midollo spinale, in corrispondenza delle vertebre T11 e T12. Lesione che comporta la perdita parziale del tronco e del controllo dei muscoli addominali. Durante l’anestesia c’era pure stata una notevole fuoriuscita di urine. Era stato quasi subito chiaro il risultato drammatico della puntura lombare: il 43enne aveva riportato un deficit sensitivo e motorio della gamba sinistra e una disfunzione erettile che, secondo il capo d’accusa, è da collegare alla lesione midollare. Per la procura, i due anestesisti avrebbero avuto una condotta negligente, impudente e all’insegna dell’imperizia.
Il 21 gennaio 2015 la dottoressa Cappellazzo aveva eseguito sul paziente la visita anestesiologica preparatoria all’operazione del 5 febbraio successivo, mentre il collega Tresin aveva effettuato l’anestesia spinale che consiste nell’introdurre liquido anestetico attraverso un’iniezione nella regione lombare. Stando all’accusa i due non avrebbero né valutato in maniera adeguata il rischio anestesiologico né approfondito l’anamnesi sul paziente operando a un livello vertebrale diverso da quello più opportuno vista la conformazione anatomica del 43enne e con un ago non adatto.
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