L’Europa a letto Amore e sesso ai tempi di Erasmus

Galeotto fu l’Erasmus, e chi lo inventò. Il popolare progetto di studio all’estero, dalla sua nascita ad oggi, continua infallibilmente a far sbocciare amori internazionali e bilingui. E l’Università di Padova, che vanta fin dalla nascita una vocazione cosmopolita, non poteva certo sottrarsi al più rosa dei primati internazionali.
SOLO QUEST’ANNO
SONO ARRIVATI IN 800
Ogni anno al Bo vengono banditi quasi 3000 “posti di mobilità” per mandare all’estero i nostri studenti, mentre in città arrivano da tutta Europa centinaia di ragazzi, 800 solo nell’ultimo anno accademico, per sperimentare a Padova questa travolgente esperienza. «L’amore Erasmus è pressoché una leggenda, una favola bella che a volte si realizza» racconta Oscar Russo, referente padovano dell’associazione Erasmus Student Network. «Una buona metà di chi cerca l’amore lo trova» continua «anche se spesso, per ovvie ragioni, le storie finiscono in breve tempo».
FEDERICO E RAQUEL
IL FUTURO IN ASIA
Secondo Oscar, uno su due trova una metà, che in un caso su dieci si rivela l’anima gemella. «Per alcuni di noi è stato così» aggiunge. È questo il caso di Federico, volontario Esn che da tre anni è fidanzato con una bella spagnola di nome Raquel. «Io ho studiato Diritto dell'Economia e dell'Integrazione europea, facendo la tesi in Regno Unito» racconta. «Una volta tornato a Padova ho cominciato a frequentare ragazzi Erasmus per continuare a parlare inglese, e così ho conosciuto Raquel. Lei, all’epoca, stava frequentando un master in Belgio. Appena terminato il corso si è trasferita a Padova e ha trovato lavoro a Cadoneghe».
Adesso Raquel è a New York per una esperienza di tre mesi. «Quel che sarà dopo è ancora da decidere» commenta Federico; «Purtroppo sia in Italia che in Spagna c’è poco lavoro e adesso stiamo valutando se emigrare entrambi. Mi piacerebbe l’Asia, ma vedremo. Ancora non abbiamo deciso».
È andata bene anche a Francesca Perin, 27 anni, che fino a poco tempo fa viveva in via Nullo, in Città Giardino. In Portogallo ha conosciuto Alvàro, con cui «doveva durare solo fino alla fine dell’Erasmus» spiega «ma salutandomi in aeroporto, a Lisbona, mi ha detto “ci vediamo a Venezia tra un mese”».
E da lì non si sono più lasciati. Da qualche mese Francesca ha trovato lavoro alla Latido Film di Madrid, dove convive con il suo Alvàro. «Questa relazione» spiega «mi ha dato la possibilità di crescere e di arricchire la mia coscienza di cittadina europea. Piano piano abbiamo affrontato tutti i problemi di divergenza culturale e adesso sono un'italo-spagnola in piena regola!».
« ERA LA PIU’ BELLA
E IO CI HO PROVATO»
«Io e Claudia ci siamo conosciti a Jaen, in Andalusia, a casa di un amico» racconta invece Riccardo Fioretta, 24 anni, che abita in zona Forcellini. «Quella sera dovevamo essere pochi amici e invece ci siamo ritrovati in tantissimi, come spesso succede in Erasmus. Lei mi ha colpito subto, era la più bella e non ho perso l’occasione di tentare l’approccio. È andato a buon fine e ce l’ho messa tutta per farmi notare: mi sono perfino messo a seguire con lei un corso di economia aziendale, nonostante io sia iscritto a Scienze Politiche, spacciandomi per un interessato della materia».
PIZZA CON SALSA CHILI
PER I GENITORI DI LEI
L’epilogo lo si intuisce, ma non è stato facile: la fortunata, il cui nome per intero (Claudia Guerrero Molina) tradisce le origini, è di Città del Messico. Ha solo 23 anni e spostarsi da un capo all’altro del mondo non è facile. «È già venuta a trovarmi, anche con la famiglia» racconta Riccardo «li abbiamo portati a mangiare una pizza, che i suoi genitori hanno inondato con la salsa chili portata da casa. Relazionarsi con culture radicalmente diverse dalla nostra significa affrontare anche questo!». Difficile fare previsioni sul futuro, ma ad ora i due vanno avanti da più di un anno, e le buone intenzioni ci sono.
Anche Ina e Sven stanno insieme ormai da quasi un anno, e nonostante le tante difficoltà ce la mettono tutta. Lei è tedesca e lui è spagnolo, ma si parlano in italiano, perché non conoscono l’uno la lingua dell’altra.
«ADESSO STIAMO VIVENDO
UNA STORIA A DISTANZA»
«Ci siamo conosciuti a Padova, e abbiamo deciso di provare con una relazione a distanza» racconta Ina; «prima Heidelberg-Padova e poi Heidelberg-Siviglia. Non era un progetto facile, certamente, dobbiamo ogni volta prenotare un volo aereo e non è tanto spontaneo. Ma finora siamo riusciti a vederci abbastanza spesso, perché entrambi vogliamo che la nostra storia funzioni. Devo dire che i dieci mesi paasati a Padova sono stati i più belli della mia vita. Mi sono molto affezionata alla città, con i portici, le piazze, lo spritz... ho trovato degli amici per la vita, e soprattutto ho trovato l'amore».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova