L’hotel Plaza a un calciatore dello Spartak

L’asta vinta da una cordata riconducibile a Fabio Parancola, imprenditore che ha comprato anche il palazzo ex Inps
BARON - HOTEL PLAZA BARON - HOTEL PLAZA - ALBERGO. L'Hotel Plaza in corso Milano di proprieta' di Zanin
BARON - HOTEL PLAZA BARON - HOTEL PLAZA - ALBERGO. L'Hotel Plaza in corso Milano di proprieta' di Zanin

PADOVA. L’unica certezza in questa tribolata vicenda, che tiene col fiato sospeso una trentina di lavoratori dell’hotel Plaza di corso Milano, è che a giorni il giudice del tribunale fallimentare si pronuncerà sul ricorso contro l’acquisizione all’asta del complesso da parte di due società riconducibili a Fabio Parancola, l’imprenditore che in società con calciatori del calibro di Sebastian Giovinco (ex Juve e ora al Toronto) e il campione del mondo calabrese (è di Cutro) Vincenzo Iaquinta ha comprato il palazzo in piazza Insurrezione che ospitava l’Inps. Il resto sono pezzi di un puzzle che non lasciano intravedere con chiarezza il futuro della storica struttura alberghiera padovana.

I primi tasselli due portano i nomi delle società che in cordata hanno partecipato all’asta fallimentare promossa dal tribunale e che partiva da una base di poco più di 8 milioni di euro, che comprendono l’edificio e la cessione del ramo d’azienda. Si tratta della 31 Marzo srl, con sede in via Emanuele Filiberto 14 (stesso indirizzo della finanziaria di Parancola, la ParFin), costituita il 31 marzo 2015, con un capitale sociale di 10 mila euro e di proprietà di Salvatore Bocchetti, 30 anni, ex Genoa e Milan e dal 2015 in forza allo Spartak Mosca. La 31 Marzo è amministrata da Fabio Parancola così come l’altra srl, la 22 Dicembre (stesso indirizzo, stesso capitale sociale, detenuta però interamente dalla Parfin, finanziaria che ha chiuso in perdita i bilanci 2012-14).

La cordata di Parancola ha presentato, per i curatori fallimentari, un’offerta più conveniente (a vantaggio dei creditori), rispetto a quelle delle altre quattro società concorrenti, la Immobiliare 211 di Mestre (che da due anni gestisce la struttura in attesa dell’esito dell’asta), la Ao Hostel, gruppo alberghiero austriaco (che però si è limitato a presentare una manifestazione di interesse), la Vep Immobiliare, e la Immobiliare Marinelli di Avellino, che ha presentato ricorso opponendosi alla decisione - così scrivono i legali in un comunicato - di aggiudicare l’asta «all’unica azienda partecipante che non svolge attività alberghiera, ma immobiliare e, che pertanto, potrebbe destinare l’immobile a struttura abitativa (servirebbe comunque un cambio di destinazione d’uso, non così automatico da ottenere, ndr)».

Niente di irregolare, anzi, nulla osta che chi si aggiudica la struttura, anche se non del settore, possa dare in gestione l’attività a terzi senza disattendere di una virgola le specifiche dei curatori. Tuttavia, questo particolare spaventa anche i sindacati che si sono subito posizionati a fianco dei lavoratori convocando un presidio permanente e una conferenza stampa propri questa mattina davanti alla struttura di corso Milano. I motivo è prevenire una possibile speculazione edilizia. «Questa mattina alle 12.30 i dipendenti del Plaza hanno organizzato un presidio davanti all’albergo. Si batteranno per i loro diritti e soprattutto per avere una risposta su cosa ne sarà di loro», spiegano dalla segreteria Filcams Cgil. «Situazioni come questa non dovrebbero esistere. L’attività si potrebbe interrompere improvvisamente lasciando 30 lavoratori, di cui molti di vecchia data, senza più un lavoro».

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