Liceale morto a Milano, svolta clamorosa: c’è l’ipotesi omicidio

«Non accidentale la caduta» e il corpo non era in asse con la finestra. Oggi (giovedì) gli investigatori in città per risentire i compagni del liceale, che hanno fornito versioni discordanti TUTTI GLI ARTICOLI

PADOVA. Si ricomincia daccapo. E dall’ipotesi peggiore. È «impossibile» – secondo la procura di Milano – che lo studente del liceo scientifico “Nievo”, Domenico Maurantonio, sia caduto accidentalmente dalla finestra al quinto piano dell’hotel da Vinci del capoluogo lombardo. L’indiscrezione trapela nel tardo pomeriggio di ieri. E ha l’effetto deflagrante di una bomba: i conti non tornano. Ecco una delle poche certezze del pubblico ministero milanese Claudio Gittardi che, insieme alla Squadra Mobile guidata da Alessandro Giuliano, sta indagando per ricostruire la dinamica di quel che è successo nella notte tra sabato e domenica quando, intorno alle 8, un dipendente dell'albergo ha visto il corpo senza vita del 19enne padovano. E ha dato l'allarme.

Due i motivi di sospetto. Il primo: il corpo è stato rinvenuto in un punto del perimetro dell’albergo diverso da quello in cui doveva cadere, considerando la finestra dalla quale lo studente è “volato”. Avrebbe dovuto precipitare più in là, visto che la finestra maledetta è venti metri sopra ma molto spostata. Secondo motivo: sono state fornite versioni diverse dai tre ragazzi che condividevano la camera con Domenico, interrogati in questura domenica scorsa, per otto ore e separatamente, accompagnati dai professori Fabio Coppo e Luigi Boscardin (il professor Bellomo era rimasto con il resto dei ragazzi in albergo). Versioni piene di risposte vaghe, di non ricordo o di spiegazioni contraddittorie. In particolare su un elemento: Domenico aveva la necessità urgente di andare in bagno per problemi intestinali. Ma è uscito dalla camera. «Il bagno era occupato» avrebbero spiegato i ragazzi. Nessuno però sarebbe stato in grado di indicare con certezza chi ci fosse dentro.

La mamma di Domenico: «Quello che è successo è di una gravità inaudita»

Nuovi scenari. Fonti investigative chiariscono: il gesto di sporgersi o sedersi su quel davanzale potrebbe essere stato volontario. Tuttavia la dinamica della caduta è piena di ombre. Tante le ricostruzioni finite nel ventaglio di ipotesi della procura. Domenico aveva una forte dissenteria, scariche incontenibili con le quali ha sporcato il corridoio del quinto piano, le pareti, perfino qualche gradino delle scale antincendio. Potrebbe essersi accovacciato sul davanzale di una finestra nel tentativo di “liberarsi”, visto che il bagno era occupato, e poi essere caduto nel vuoto per la perdita dell’equilibrio. Magari qualcuno lo tratteneva per un braccio e involontariamente lo ha fatto cadere. Oppure ha deciso di farlo cadere? E quando è salito sul quel maledetto davanzale, Domenico era alterato da qualche sostanza? Si tenderebbe a escludere l’omicidio volontario, casomai sembra ipotizzabile quello preterintenzionale o colposo. Il davanzale della finestra dista dal pavimento un metro e 10 centimetri, l’altezza standard. Il che avvalora la ricostruzione secondo la quale il giovane è salito volontariamente sul davanzale. O, peggio, è stato aiutato, forse indotto o costretto a salire da qualcuno magari per uno stupido gioco goliardico o da bulli. A meno che non fosse alterato da alcol o sostanze stupefacenti in quantità tali da essere confuso. Domanda: al punto da compiere un gesto inconsulto?

A dare una risposta saranno i risultati degli esami tossicologici ed emato-chimici sui campioni prelevati durante l’autopsia eseguita di ieri, utili per chiarire anche se sia stato somministrato un lassativo o altro. Per ora è confermato solo che il corpo presenta “traumi da precipitazione o caduta” e non ha segni di colluttazione. Tuttavia c’è un livido al braccio destro: potrebbe aver sbattuto contro qualcosa. Si è parlato di ecchimosi “da contatto”: qualcuno lo ha tenuto o trattenuto? Un’ulteriore ipotesi. E se fosse caduto di fronte a qualcuno? Proprio a chi lo reggeva? Il testimone o i testimoni potrebbero aver scelto di non dire nulla dopo aver spostato il corpo per rendersi conto se fosse ancora vivo.

Versioni contraddittorie. Ecco il nodo: i ragazzi non avrebbero raccontato tutta la verità su quella notte, proponendo più versioni e restando nel vago. Una notte speciale: nella stanza di Domenico e dei due compagni si voleva tirare fino a tardi con una festa. Con loro, si è aggiunto un quarto ragazzo, assegnato a un’altra stanza: in tre avrebbero dormito nel letto matrimoniale (Domenico in mezzo), il quarto nel lettino aggiunto. Via con la “seratona”, forse c’è un viavai di più persone, alle 5 e mezza tutti a “nanna” stanchi morti. «Abbiamo dormito e non ci siamo accorti di nulla» è un’altra versione. Alle 7.30, sempre i tre della camera di Domenico scendono al piano terra per la colazione. I compagni e i professori: «E Domenico?». Risposta: «Non è già qui?». Il resto della storia è “giallo”. Gli esami genetici chiariranno se vi siano tracce di un Dna particolare sotto le unghie e sul livido della vittima. Domenico era uscito dalla stanza scalzo e senza occhiali. Al contrario di quanto trapelato all’inizio: sia le scarpe che gli occhiali (non li sfilava mai) sono stati trovati in camera. Il 19enne ha percorso il corridoio del quinto piano, finendo nell’ala opposta. Poi la caduta nel vuoto. In mano agli inquirenti, alcune immagini sulle quali c'è stretto riserbo.

Per oggi (giovedì) sono attesi a Padova gli agenti della Mobile di Milano: interrogheranno di nuovo alcuni ragazzi, una quindicina. Intanto la famiglia Maurantonio ha nominato come medico legale di fiducia il professor Massimo Montisci dell’Università di Padova, uno dei maggiori esperti in Scienze criminologiche.

Domani alle 10,30, è fissato il funerale di Domenico nella chiesa di Altichiero. La camera ardente con la bara è in obitorio e la sala sarà aperta a partire dalle 9.

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