Al liceo Tito Livio di Padova solo 4 prime: «Drastico calo delle iscrizioni»
Nella scuola più blasonata della città hanno studiato Calvi, Casorati, Gui e l’ex presidente della Repubblica Napolitano. L’ex prof Giuliano Pisani: «Spaventano il greco e il latino». La Rete: «Si creano lavoratori più che studenti»

Dal prossimo anno scolastico – il 2025-2026 – lo storico liceo classico Tito Livio, aperto nel 1812, non avrà più cinque prime classi, ma solo quattro. Il minimo storico per la scuola considerata da sempre la più blasonata della città, quella dove si sono diplomati Pier Fortunato Calvi, Alberto Cavalletto, Novello Papafava, Felice Casorati, Luigi Gui e, nel 1942, anche il due volte presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Fino agli anni ’90 le sezioni del liceo dell’omonima riviera arrivavano sino alla lettera M: le quarte ginnasio erano addirittura dieci. Negli ultimi 30 anni il liceo, attualmente guidato dal dirigente Luca Piccolo, ha perso per strada un gran numero di iscritti. E la responsabilità non va fatta certo cadere né sui singoli presidi e né sui suoi docenti, che invece, anno dopo anno, hanno fatto di tutto per catturare nuovi studenti.
«Sono in crisi profonda quasi tutti i licei classici del Veneto e dell’intera penisola – sottolinea l’ex docente del Tito Livio Giuliano Pisani, che è stato anche assessore alla cultura nella giunta Destro – Purtroppo la gente ormai pensa che latino e greco siano lingue morte e che la cultura classico-umanistica non sia più la base anche dell’attuale cultura moderna. Mala tempora currunt. Ai giovani interessa prendere un diploma che li porti subito nel mondo del lavoro. In pochi anni sono cambiate totalmente le priorità sulla cultura di base, che ognuno di noi dovrebbe avere. Se dovessi rifare la scuola superiore, non avrei dubbi ad iscrivermi in un liceo classico e nello specifico proprio al Tito Livio, che ancora oggi è una bella scuola. Purtroppo è cambiato il mondo. Sono rimasti in pochi a credere che il liceo classico sia il migliore indirizzo per costruirsi un futuro. Speriamo che prossimamente, anche alla luce del progetto del ministro Giuseppe Valditara di rimettere lo studio del latino nelle scuole medie, il sistema istruttivo ed educativo torni ad essere come quello di una volta, anche se potenziato anche sotto il profilo scientifico».
Il drastico calo degli studenti al Tito Livio viene commentato anche dai diretti interessati, gli studenti: «Il calo delle iscrizioni è un problema trasversale a quasi tutte le scuole», afferma Viola Carollo, coordinatrice della Rete degli studenti medi del Veneto – Si lega direttamente al calo demografico in tutto il nostro Paese. Diminuiscono in particolare le iscrizioni ai licei classici perché, secondo me, proprio il classico non risponde più alle esigenze di chi in futuro dovrà cercare un lavoro. Anche perché ormai da tempo l’istruzione è sempre più indirizzata a creare lavoratori prima che studenti. Da questa considerazione si spiega lo spostamento delle iscrizioni, in genere, verso gli istituti tecnici».
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