L’imam di Venezia: «Burqa e niqab, non un obbligo»

Nuovo videomessaggio su Facebook di Hamad Mahamed
L'imam di Marghera Hamad Mohamed
L'imam di Marghera Hamad Mohamed

VENEZIA. «Burqa e Niqab non sono un obbligo nell’Islam». Non è per nulla facile prendere posizione in una materia tanto delicata e dalle sfumature complesse, come quella che riguarda gli indumenti che una donna di fede islamica indossa e le inevitabili implicazioni. Ma anche la differenza che passa (e che talvolta viene annullata con tutte le conseguenze del caso), tra religione e tradizione. Ieri liimam della comunità islamica di Venezia e provincia, Hamad Mahamed, ha postato sul proprio profilo Facebook, che utilizza per comunicare e fare informazione, il suo secondo video in italiano. Anzi, bilingue.

A file photograph showing a muslim woman wearing a burka walking through the streets of Brussels, Belgium, 27 April 2010.ANSA/JULIEN WARNAND BELGIUM OUT
A file photograph showing a muslim woman wearing a burka walking through the streets of Brussels, Belgium, 27 April 2010.ANSA/JULIEN WARNAND BELGIUM OUT

Il primo, quello di sabato, era un appello alle persone di fede cristiana o ebraica ad entrare in moschea, un messaggio di pace e fratellanza, semplice ma profondamente teologico, in cui si spiegava che la moschea non è solo per i musulmani e si sottintendeva che il Dio che si prega, è sempre lo stesso, solo la lingua è differente. Fondamentale la scelta della lingua del messaggio, rivolto alle persone che gravitano nel nostro territorio, ma anche i turisti. E destinato, neanche troppo velatamente, a dissipare “timori” e stemperare un clima “caldo” che si è venuto a creare a partire dai recenti episodi di terrorismo.

Quello di ieri, invece, è un videomessaggio in italiano e in arabo, rivolto in modo particolare alle donne, ma anche ai loro mariti.

Donne di fede musulmana che abitano nel territorio, donne convertite perché sposate a uomini di fede islamica. «Cari fratelli e sorelle musulmani in Italia», esordisce l’imam, «il burqa e il niqab non sono un obbligo nell’Islam».

Lo ripete più volte, indica con le mani viso, occhi, velo. Coprire il volto e lasciare liberi o semi solo gli occhi, che sia mediante un velo o un abito, non è obbligatorio. Il capo spirituale della comunità lo dice prima in italiano, poi lo traduce in arabo, per non creare fraintendimenti.

Una linea, questa, che l’imam ha sempre tenuto. Il video in poche ore, ha ricevuto oltre 600 visualizzazioni, segno che il tema all’ordine del giorno, è attuale. L’imam rispondendo ad alcuni commenti, ha ribadito la differenza fra tradizione, quella di portare il Niqab, e religione. Yaser Al Ashqar, della comunità di Marghera, ha ricordato che prima dell’Islam, quella del Niqab era una tradizione ebraica e che portarlo o meno è una scelta personale. Le donne possono mostrare il loro viso.

«Quello che vogliamo far passare è che l’Islam non è solo copricapo, l’Islam è un insegnamento di vita», commenta Amin Al Adhab, presidente della comunità di Venezia-Mestre e provincia. «La nostra linea di condotta e di insegnamento è figlia dell’epoca che viviamo, l’Islam non è nato per l’Arabia, è nato per tutte le epoche e le umanità che si succedono, non si possono chiudere gli “occhi”, in tutti i sensi: la religione è per l'uomo non contro l’uomo. Molti musulmani non sanno dove finisce la tradizione e inizia la religione e viceversa, peggio, confondono le cose. Il messaggio del nostro imam è rivolto ai musulmani e alle donne in un momento in cui questo tema crea polemiche».

Ribadisce: «L’Islam non è venuto per affermare tradizioni, ma per disciplinare il comportamento sociale e spirituale. Il nostro centro, che è illuminato, ragiona, riflette e soprattutto attualizza, non fa copia incolla».

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