L'impegno del Cuamm di Padova: «In un mondo incattivito l’Africa insegna il sorriso»

BOLOGNA. «Il pianto straziante di una mamma che perde il suo bambino ti entra nel cuore e resta lì. È di queste ferite e queste lacrime che si alimenta la volontà quotidiana di fare qualcosa, la nostra parte per l’Africa. E in un mondo che si incattivisce sempre più, noi lo facciamo con il sorriso e con la gioia. Non dobbiamo mai perdere la fiducia e coltivare il sogno di un mondo più bello e più giusto per tutti». L’intervento di don Dante Carraro ha chiuso con queste parole l’annuale meeting di Medici con l’Africa Cuamm ospitato ieri al teatro Manzoni di Bologna, gremito di oltre 1.500 persone. Parole conclusive che sono in realtà il vero punto di partenza. Ciò che alimenta lo spirito di solidarietà che anima le migliaia di persone che fanno parte della grande famiglia Cuamm.

Il meeting - sotto lo slogan “Fare di più e fare di meglio con l’Africa” - è stato l’occasione per fare il bilancio del progetto “Prima le donne e i bambini. Mille di questi giorni”, giunto al suo secondo anno. Risultati importanti che prendono forma nei numeri: oltre 526 mila visite pre e post natali che corrispondono al 72 per cento di quanto si è preventivato di fare in cinque anni; oltre 117 mila parti assistiti, pari al 37 per cento dell’obiettivo quinquennale, e oltre 4.700 bimbi malnutriti gravi trattati, quasi la metà dell’obiettivo. La sfida, che vede come traguardo il 2021, coinvolge 8 paesi in cui è presente il Cuamm: Sierra Leone, Etiopia, Uganda, Sud Sudan, Tanzania, Repubblica Centrafricana, Angola e Mozambico e ha come obiettivo quello di garantire l’assistenza medica a mamme e bambini nei primi mille giorni, dall’inizio della gravidanza al secondo anno di vita. Sul palco del teatro Manzoni la testimonianza del ginecologo Donald Madziku che lavora con il Cuamm in Tanzania: «Da quando è stato avviato il progetto» ha raccontato, «le donne che muoiono di parto nel nostro ospedale sono scese da 11 l’anno a tre. Importante anche il contributo di Daguma Dereje, ministro della Salute della regione Oromia in Etiopia che ha auspicato una sempre maggiore estensione della presenza del Cuamm nel suo Paese.

L’obiettivo è di assistere 320 mila donne nel parto, accompagnare 50 mila bambini nella crescita, curare 10 mila piccoli dalla grave malnutrizione. Il bacino di utenza conta tre milioni di persone e l’impegno economico, in parte sostenuto da Fondazione Cariparo, Fondazione Cariplo, Cariverona, Compagnia di San Paolo donatori privati grandi e piccoli, è di 15 milioni di euro. E poi c’è l’aspetto della formazione, dove sta una parte fondamentale del “con l’Africa” che caratterizza la missione del Cuamm: finora sono stati formati 1.816 operatori comunitari e 1.191 operatori sanitari.
Dal meeting di Bologna è emerso lo spirito del Cuamm, che è quello della solidarietà e dell’impegno condiviso, che con l’esempio sa fare breccia. «C’è un prima e un dopo l’Africa, conoscere questa realtà ti cambia» ha detto Antonio Cammisecra, ceo di Enel Green Power che ha presentato il mega impianto fotovoltaico - ideato dal trevigiano Matteo Favero - che alimenterà l’ospedale di Wolisso in Etiopia. L’impianto entrerà in funzione fra pochi giorni. E in collaborazione con la Regione Veneto il Cuamm porta nella Sierra Leone reduce dall’epidemia di Ebola del 2015, un nuovo servizio di “118”.
Regista dell’operazione Paolo Rossi, direttore del Suem di Treviso e coordinatore del Creu (Coordinamento regionale emergenza urgenza) del Veneto. Le 200 ambulanze utilizzate durante l’emergenza Ebola sono state rimesse a nuovo, sono stati formati 449 autisti e 449 paramedici ed è già stata allestita la centrale operativa. Entro fine aprile il servizio funzionerà a pieno regime, 24 ore su 24, per rispondere alle emergenze sanitarie in tutto il territorio. Un’altra importante collaborazione è quella con l’ospedale Bambin Gesù, rappresentato ieri dalla presidente Mariella Enoc, che nella Repubblica Centrafricana si occuperà della formazione del personale dell’ospedale pediatrico. Elisabetta Belloni, segretario generale del Ministero Esteri e Cooperazione internazionale: «L’Africa rappresenta il futuro, sia per l’Italia che per l’Europa. È nostro interesse creare un partenariato, servono risorse ma anche uno stimolo politico».
«L’Africa mi ha salvato e appena starò meglio voglio tornarci»: sono le parole di Damiano Cantone, il giovane medico sopravvissuto all’incidente aereo di ottobre mentre si recava per la prima volta in Sud Sudan per il Cuamm. Sono stati alcuni pescatori a estrarlo dai rottami del velivolo precipitato in una palude: «Devo molto a queste persone e ancor più di prima voglio fare la mia parte». —
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