L’impianto di biogas può usare la pollina Scoppiano le proteste

BAGNOLI. L’impianto di biogas di via Vittorio Emanuele può usare anche la pollina. La giunta regionale del Veneto ha autorizzato l’azienda agricola “Dominio di Bagnoli” ad impiegare nel biodigestore 21.500 quintali l’anno di pollina, proveniente da allevamenti extra aziendali. Si tratta dell’8 per cento della quantità totale di biomasse impiegate per produrre energia elettrica e calore.

Al primo posto ci sono le coltivazioni agricole con il 45 per cento (116 mila quintali l’anno), quindi i liquami zootecnici (102 mila quintali) per il 39 per cento. La richiesta per l’uso della pollina è stata presentata lo scorso 15 aprile. Il progetto prevede che all’interno dell’impianto sia realizzata un’area destinata alla disinfezione degli automezzi adibiti al trasporto della pollina e una tensostruttura per coprirne lo stoccaggio. L’11 giugno il responsabile regionale del procedimento ha informato della richiesta le amministrazioni e gli enti pubblici interessati che non hanno presentato elementi ostativi né osservazioni e il 25 giugno ha avviato l’iter amministrativo conclusivo. Ma ora le forze ambientaliste puntano il dito contro il silenzio che ha avvolto l’intera pratica in questi mesi.

«Di tutto questo i cittadini non sono mai stati informati», affermano Diego Boscarolo, fondatore del “Moraro” e Luca Martinello del Movimento 5 Stelle di Conselve. «Eppure l’uso della pollina ha provocato proteste da parte di amministrazioni comunali e della popolazione in molti Comuni, dal Piemonte alla Lombardia, fino al veneziano e alla Romagna. Le nostre perplessità riguardano proprio il fatto che il metodo seguito nell’approvazione non ha coinvolto la popolazione. L’uso di quasi 22 mila quintali di pollina farà aumentare il traffico pesante lungo la strada provinciale per Anguillara, già pericolosa e teatro di incidenti mortali. Eppure nella delibera non è previsto alcun adeguamento del piano di traffico che la Regione aveva previsto fin dal 2010 e che doveva essere predisposto dal Comune. Nonostante gli accorgimenti previsti dall’autorizzazione ci sarà un aumento degli odori molesti e con l’inserimento della pollina aumenterà la produzione di azoto presente nei liquami da smaltire nei terreni aziendali. Inoltre non si conoscono gli allevamenti da cui arriverà la pollina mentre i controlli delle emissioni del cogeneratore e dei liquami continueranno ad essere affidati alla proprietà e a non essere resi pubblici». —

Nicola Stievano

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