L'insulto: «Muori di tumore». Così la lite condominiale finisce in tribunale

PADOVA. Una baruffa con insulti. Peggio: ingiurie. Di quelle che fanno accapponare la pelle: «Le auguro un brutto male, le auguro che le venga un tumore e che lei muoia lentamente». No. Non stiamo scrivendo un dialogo da commedia dell'arte. La realtà sovente vince contro la fantasia. La frase è frutto del sacco di una ex insegnante ora in pensione, padovana, residente all'Arcella, che ha perso le staffe e ha indirizzato il suo veleno verbale nei confronti di una vicina di casa, durante un'assemblea condominiale.
Chi ha partecipato anche solo una volta a una di queste riunioni sa che spesso ci vuole la pazienza di Giobbe per non lasciarsi andare. La convivenza pacifica fra estranei, costretti a sopportarsi tra abitudini strane, odori di cucine lontane e muri troppo sottili per conservare l'intimità, si costruisce con fatica. E tempo. Che spesso non c'è. Ed è così che l'ex insegnante in questione è scivolata su una frase che trascende il buon gusto. E anche il peccato. Sconfinando nel penale. Da cinque anni a questa parte, infatti, la Cassazione ha stabilito che augurare il male a qualcun altro è punibile per legge. Fa da caposaldo giuridico un episodio accaduto a Treviso. Un uomo durante un diverbio augurò un tumore alla persona che aveva davanti. Il quale aveva da poco perso la moglie proprio per un tumore. Partì la denuncia. Condanna in primo grado davanti al Giudice di Pace. Assoluzione in un'aula del Tribunale (in quell'occasione si era parlato solo di “cattivo gusto”). In Cassazione l'atto conclusivo: «si tratta di un’offesa all’altrui decoro, vale a dire al complesso di altre qualità, diverse da quelle morali e circostanze che determinano il valore sociale di un individuo». Ingiuria, quindi. Punto e a capo.
Ecco perché a carico dell'ex insegnante ora si apre con tutta probabilità un iter giudiziario. Ma cos'è accaduto durante quella riunione di condominio? A precisarlo c'è la querela della signora che ha ricevuto l'offesa. Querela depositata in Procura a Padova poche settimane fa. Ecco i fatti riportati dalla vittima della presunta ingiuria. Preambolo: le due donne non si trovano d'accordo sulla necessità di accollarsi delle spese per una azione legale che la vittima considera inutile. Lo dice e lo sottolinea più volte affermando che essendo proprio l'ex insegnante l'unica che vuole rivolgersi al tribunale, le spese legali dovrebbe pagarle solo lei. Il resto del racconto è affidato nero su bianco alla denuncia. L'ex insegnante «mi si è avvicinata e, con occhi sbarrati, con la voce alterata e con tono minaccioso ha proferito queste testuali parole: le auguro un brutto male, le auguro che le venga un tumore e che muoia lentamente. Al che, un po' scioccata da questa frase, vista la recente morte di mio padre per tumore, per scongiurare questa maledizione ho risposto: e se lo avessi già? La signora, imperterrita, con voce sadica e scandendo minuziosamente le parole, ha rincarato la dose dicendo: le auguro un... secondo tumore. Con due tumori lei morirà con più sofferenza». Amen.
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