L'Islam in città, Padova ha laureato i suoi primi imam
Università: il master finanziato dal Marocco si farà ancora. Khalid Rhazzali: «Stiamo lavorando su un orizzonte comune per favorire un modello di pluralismo religioso e culturale»

PADOVA. È stato accolto tra le polemiche ma, alla fine, la città del futuro ha avuto la meglio. Si è concluso il primo Master in Studi sull’Islam d’Europa attivato al Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Sociale dell’università di Padova: una specializzazione dedicata anche agli imam arabi. E visto il successo del primo anno, si sta già organizzando l’edizione 2013 per la quale stanno collaborando le Acli Veneto, l’Unione delle Comunità e Organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii), l’Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose e le Ministère Chargé des Marocains Résidant à l’Étranger del Regno del Marocco che ha finanziato dieci borse di studio. Le iscrizioni sono aperte fino al 13 gennaio. Il comune denominatore è Padova città multietnica, un punto di riferimento per il Nordest che «accoglie».
Dopo un anno fitto di lezioni, conferenze, laboratori e seminari che, oltre a impegnare numerosi docenti padovani, hanno portato a Padova una parte cospicua dei più qualificati esponenti della ricerca e del dibattito accademico sulla presenza dell’Islam in Italia e in Europa, ieri nella sede di Sociologia di via Cesarotti sono state discusse le tesi e gli elaborati. Erano presenti il direttore del Master Vincenzo Pace, il co-direttore Khalid Rhazzali, la coordinatrice Valentina Schiavinato e i membri del comitato scientifico tra cui Renzo Guolo e Stefano Allievi.
I 21 candidati provenienti da Italia, Marocco, Romania, Pakistan e Palestina hanno discusso i loro lavori. Tra i frequentatori del Master, iniziato a gennaio scorso, c’era anche un detenuto siciliano del carcere Due Palazzi. In particolare c’erano due imam, venuti a specializzarsi a Padova.
«Stiamo lavorando su un orizzonte comune per favorire un modello di pluralismo religioso e culturale» spiega Khalid Rhazzali, co-direttore del corso, «abbiamo riempito un vuoto dal punto di vista disciplinare e accademico. Si è sviluppato anche un dibattito interno alle discipline. Abbiamo cercato di stimolare una riflessione nei corsisti che provenivano dai diversi campi della vita sociale. Perché a Padova? Perché qui si concentrano le principali autorità accademiche sull'Islam».
Ecco alcuni dei profili dei partecipanti al corso: un chirurgo, due Imam, un giovane avvocato, una mediatrice culturale, un'addetta culturale in un’ambasciata araba, un'assistente sociale, una funzionaria di Equitalia e persino un operaio che ha vinto una borsa di studio. Il Master intende formare consulenti per pubbliche amministrazioni e contribuire alla formazione di dirigenti e funzionari pubblici, operatori del terzo settore, del privato sociale, dei servizi sociosanitari, insegnanti e formatori, ministri di culto, leaders di comunità, operatori economici e della comunicazione.
Il progetto universitario è stato patrocinato anche dal Comune di Padova. Visto il successo avuto il primo anno, si sta già pensando a quello successivo, con l’organizzazione del corso per il 2013: un lungo seminario in cui torneranno ad essere dibattuti molti degli argomenti sui quali si è lavorato durante l’anno, dalle caratteristiche teologiche e morali dell’islam tra tradizione ed esperienza contemporanea, al rapporto tra immigrazione ed evoluzione dei paesi d’origine, dai diritti di cittadinanza alla finanza islamica nel contesto dei processi di globalizzazione, sino al problema di come ripensare in lingua italiana il ricco e complesso patrimonio del pensiero islamico. Il sito del Master è www.unipd-masterislam.it, nella homepage si trovano anche i link al bando di ammissione.
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