L’ispezione regionale scopre irregolarità alla Scarmignan
MERLARA. Potrebbe arrivare anche all’attenzione della Corte dei Conti la situazione alquanto dubbia del “Pietro e Santa Scarmignan”, la casa di riposo di Merlara oggetto di contenziosi e diatribe tra il cda dell’Ipab (il cui presidente è Massimo Costantini) e l’attuale amministrazione comunale. Lo scorso 7 febbraio il consigliere regionale Piero Ruzzante (Pd), sollecitato dal sindaco Claudia Corradin, aveva chiesto alla Regione di avviare un’ispezione all’interno della struttura. Accolta la richiesta, in questi giorni è arrivato l’esito della direzione ispettiva e di vigilanza del settore sociosanitario regionale, che ha effettivamente evidenziato parecchie incongruenze dell’Ipab merlarese. Il Comune aveva evidenziato dubbi sulla mancata apertura di un’ala, sull’esternalizzazione dei servizi socioassistenziali di un settore, ma soprattutto su alcune consulenze e su alcune nomine volute dal cda. Ed è qui che l’ispezione ha colto le principali anomalie. Innanzitutto, è stata evidenziata la poco chiara situazione sul conferimento dell’incarico a Cesare Peron (dimessosi lo scorso 1 aprile dopo 15 mesi di lavoro), a cui sono stati affidati gli incarichi di direttore, segretario ed economo dell’Ipab con un contratto a progetto: una figura del genere, secondo l’ente ispettivo, visto il peso decisionale e di responsabilità deve essere incardinata all’interno della struttura, e non assunta a progetto. Lo stesso contratto, inoltre, non avrebbe fissato degli obiettivi annuali per Peron. L’ente segnala inoltre come Peron fosse contemporaneamente assunto a tempo indeterminato come dirigente nella Croce verde, percependo con i due incarichi 108.956 mila euro all’anno, di cui 2.500 lordi al mese a Merlara. Nulla di illecito, tuttavia, visto che il tetto massimo di emolumenti è di 110 mila euro.
L’ispezione contesta inoltre l’incarico affidato all’avvocato Giangiuseppe Baj (peraltro legale personale di Peron), a cui sono stati destinati 4.400 euro per lo studio di fattibilità in merito alla realizzazione di una Fondazione a cui intestare gli immobili dell’Ipab: l’incarico è stato definito «censurabile», in quanto riferito ad una mansione generale espletabile anche dal direttore.
Ma la vera accusa per l’Ipab arriva con l’1 aprile e le dimissioni di Peron. Con una modifica al regolamento dell’ente (che l’ispezione ritiene superficiale), il presidente Costantini assume il ruolo vacante di direttore-segretario. Contestualmente, però, conferisce l’incarico all’avvocato Baj, prevedendo un emolumento da 2.750 euro e inserendo una clausola che impone il mantenimento delle funzioni a Baj anche con l’individuazione di un nuovo direttore (con l’unico appunto di far diminuire lo stipendio a 1.887 euro). Situazione che si presenta ora, visto che c’è un nuovo direttore, Claudio Pasqualin, figura stimata anche dall’amministrazione comunale. Di fatto esistono due direttori, con due stipendi: per l’ente ispettivo uno dei due è di troppo.
«Alla luce di queste incongruità chiediamo le dimissioni immediate dell’intero cda, ad un anno dalla scadenza del mandato», denuncia l’assessore comunale Nicola Ferro a nome dell’amministrazione. «L’Ipab è strategico per la nostra comunità ed è impossibile che un ente del genere non dialoghi con i rappresentanti del governo cittadino». Si accoda Ruzzante, promotore dell’ispezione: «C’è almeno una situazione in cui il pubblico ha esborsato malamente delle risorse e penso che la Corte dei Conti interverrà automaticamente. L’obiettivo era comunque restituire ai cittadini un bene che deve funzionare in maniera trasparente e corretta».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova