L'ispirazione di Matisse Parte da Michelangelo la gioia di vivere dipinta

Henri Matisse, «Il cowboy», 1947, tavola a pochoir. In basso «Il lanciatore di coltelli», sempre del 1947
Henri Matisse, «Il cowboy», 1947, tavola a pochoir. In basso «Il lanciatore di coltelli», sempre del 1947
Si è aperta a Brescia, al museo di Santa Giulia, la mostra su «Matisse. La seduzione di Michelangelo». Organizzata da Brescia Musei, dalla trevigiana Artematica, è curata da Claudia Beltramo Ceppi. L'obiettivo delle 180 opere, pitture sculture disegni litografie gouaches découpées, che contraddistinguono la grande rassegna? Offrire un approccio nuovo che faccia dialogare due grandi autori, Matisse e Michelangelo appunto.  Declinare l'itinerario dell'artista francese verso l'essenza della forma che trova nel genio del '500 la conferma delle sue opzioni più avanzate. Riconsiderare il rapporto tra linea e volume che lo porta a dipingere e a scolpire cercando d'impadronirsi della concezione chiara e complessa del grande autore rinascimentale. Ne sono esempi palesi il Grande nudo seduto di Matisse, presente in mostra, che modella e rimodella per sei anni a partire dal 1922; il Nudo disteso che riprende chiaramente L'Aurora michelangiolesca conservata nella chiesa di san Lorenzo a Firenze. O l'estrema sintesi formale che raggiunge in Icaro. Una gouache découpée, collage composto con ritagli di carta dipinta, del 1946. Una sorta di nero modellino che si agita nell'immensità del cielo.  Il visitatore sarà in grado di seguirne la parabola creativa: le prime opere fauve, le realizzazioni dal 1908 al 1914. E quelle legate a Nizza dal 1918 in poi: dove dipinge le odalische, immagini di primitiva e dilatata carnalità che vuole esplodere priva di sensi di colpa.  Ma chi era Matisse, il mancato avvocato di Le Cateau-Cambrésis che sarebbe stato definito tailleur de lumière (sarto di luce) e come arriva alla pittura? Un artista che inquadra nel suo orizzonte tutto ciò che è riconducibile al «lusso, calma e voluttà», così verseggiava Baudelaire, facendo della gioia di vivere la meta ultima della sua ricerca pittorica impastata nella visione decorativa. Veramente insolito il percorso di Henri Matisse. Originariamente studia giurisprudenza all'università di Parigi. A vent'anni comincia a far pratica. Ma scopre molto presto di non provare nessun interesse per le sentenze. Una malattia intestinale lo salva dalle rigide procedure dei codici. Relegato in un letto, per distrarsi inizia a dipingere. Abbandona gli studi di giurisprudenza. Gira diverse accademie fino a quando conosce André Derain e Maurice de Vlamink. Nasce il gruppo dei Fauves.  L'esposizione dei loro quadri, a partire dal Salon d'Automne parigino del 1905, sconvolge critica e pubblico per la violenza dei colori, il contrasto dei toni, la spregiudicatezza degli accostamenti. Il dipinto di Matisse è Donna con cappello del 1905. Ritrae la moglie in una sequenza di piani cromatici dove accosta macchie e chiazze verdi blu rosse. Nella posa di tre quarti, il volto che guarda l'osservatore, si legge la caricatura del ritratto tipico borghese che la Parigi-bene non sopporta. Matisse si meraviglia delle reazioni che il suo quadro provoca. Lui e Cézanne sono considerati gli autori meno maudit della storia dell'arte. La sua è un'arte che insegue la libertà delle forme e dei colori Una filosofia di vita lontana dalle tragedie, dall'aggressione della storia. Il suo canone estetico non è il realismo, perché copia la natura. Non è l'impressionismo. Non è solo occhio come Monet che disintegra la rappresentazione nel barbaglio luminoso. Matisse, al contrario, la reintegra facendo coesistere strisce colorate che sanno creare luce e profondità. Inseguendo una pittura che semplifica idee e forme. Nella Joie de vivre del 1906 il ritmo decorativo della linea trionfa sul colore. Un colore che si sgancia da ogni sottomissione e si pone oltre la visione di ciò che appare. Staccate le une dalle altre. La tela acquistata da Leo Stein, insieme a Les Demoiselles d'Avignon di Picasso, è stata giudicata un'opera fondamentale. L'altra faccia del demone creativo del '900.
«MATISSE. La seduzione di Michelangelo». Brescia. Museo di Santa Giulia. Fino al 12 giugno 2011 Orari: lunedì-giovedì 9- 20 Venerdì-sabato 9 - 21 Domenica 9-20

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