L’Italia in croce di Pesce «Polemica sulla bellezza»

Il maestro del design: «È del 1978, parla degli Anni di piombo. Fa ancora discutere» Sgarbi la difende: «È lo spirito di oggi». Il sindaco Giordani: «Basta provincialismo»
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ALLESTIMENTO MOSTRA GAETANO PESCE. L'ARCHITETTO GAETANO PESCE
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ALLESTIMENTO MOSTRA GAETANO PESCE. L'ARCHITETTO GAETANO PESCE

Si è molto divertito Gaetano Pesce, il maestro del design “made in Italy” celebrato in tutto il mondo, a osservare le reazioni dei padovani davanti alla sua “Italia in croce”, maxi opera installata lunedì pomeriggio sul Liston, davanti a Palazzo Moroni. Ha osservato le reazioni di chi passava, le facce perplesse, i giovani sorpresi, quelli arrabbiati. Non ha letto le reazioni dei politici sui social, gliele hanno riferite i suoi collaboratori. E ha sorriso. O forse ha proprio riso di gusto.

Perché se un’opera del 1978 riesce ancora a suscitare reazioni vuol dire che ha centrato il suo obiettivo. E il maestro non teme le critiche: «Sono felice che quest’opera faccia scandalo. Lo scandalo è quello che ci provoca emozioni, come Duchamp che un secolo fa esponeva uno scolabottiglie a Parigi – ha spiegato in conferenza stampa – È un’opera del 1978: io, che abitavo a Parigi, pensavo alla sofferenza dell’Italia negli anni di piombo. Mi fa piacere che ancora oggi faccia discutere, vuol dire che non siamo tutti uguali: è il bello della democrazia». Ma quanto è attuale questa crocifissione? «Penso che anche oggi un po’ l’Italia soffra – risponde Pesce – Gli italiani si sono espressi due mesi fa e non abbiamo ancora un governo. Un governo è il centro del servizio di un Paese, ma i politici oggi hanno l’attitudine a essere serviti piuttosto che a servire».

È un Italia quella di oggi che non sa apprezzare se stessa, secondo il maestro: «Si protesta troppo. Se voi abitaste all’estero, come me, probabilmente vedreste la Penisola come un Paese ideale, perché avete una qualità della vita ottima, avete l’arte, la cucina, la moda».

Prende le difese dell’opera contestata anche Vittorio Sgarbi, che si collega telefonicamente con Palazzo Moroni: «Pesce è la fantasia al potere. Queste polemiche sono polemiche contro la bellezza, anzi l’Italia in croce rappresenta lo spirito di oggi – ha sottolineato il critico d’arte – Molti architetti hanno rovinato questo Paese con le architetture grigie e razionaliste. Per fortuna c’è Pesce, la sua architettura è una festa. Bene ha fatto Padova a dedicargli una mostra».

Sulla stessa linea d’onda anche il sindaco Sergio Giordani, che invita i padovani a fare un passo oltre la propria quotidianità: «Ieri sera sono tornato a casa da mia moglie e le ho parlato delle critiche piovute su quest’opera – racconta il primo cittadino – Mi ha rimproverato dicendo che è una delle opere più famose del maestro, esposta anche alla Triennale di Milano. Allora ho pensato che è il caso di finirla con il nostro provincialismo. Sogno una Padova europea, ricca di turismo, di arte e di gente».

Un passo avanti Padova lo farà con il nuovo museo di arte contemporanea al Castello Carraresi: «Ci saranno alcune sale dedicate a Pesce, al gruppo N e al fermento culturale degli anni ’50-’60, quando Padova era una piccola metropoli inquieta», anticipa l’assessore alla Cultura Andrea Colasio.

c.malfitano@mattinopadova.it

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