Lo scafista dei disperati vive a Padova
Arrestato dai carabinieri in stazione è stato immediatamente scarcerato

ARRESTATO. Mohamed Chalbia, tunisino di 25 anni, alias Kabil Ameur, algerino di 24 anni, arrestato dai carabinieri. A fianco, un barchino di disperati controllato dalla Gaurdia costiera
Lo scafista dei disperati vive a Padova. Dice di chiamarsi Mohamed Chalbia, di avere 25 anni e di essere tunisino. I carabinieri di Prato della Valle l'hanno arrestato in stazione poiché clandestino espulso. Ieri mattina, dopo la convalida dell'arresto, è stato rimesso in libertà.
Mohamed Chalbia, o Kabil Ameur, algerino di 24 anni, come aveva detto di chiamarsi nel gennaio del 2007 quando fu arrestato dalla polizia del Commissariato della Stanga vicino al suo alloggio in via Turazza 41 (palazzo a fianco di quello dove fu abbandonato il corpo di Monica Gallo, 21 anni, commessa di Camposampiero uccisa da un'overdose nel maggio del 2008), con 47 grammi di cocaina, a Padova ci vive dal 2006. Fermato e fotosegnalato almeno 15 volte, (in due occasioni è stato arrestato per spaccio), Mohamed Chalbia il 26 gennaio scorso è finito in carcere a Sciacca, nell'Agrigentino, con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo la Guardia costiera, che quel giorno raccolse l'sos lanciato da un barchino di poco più di cinque metri con 10 profughi egiziani a bordo, Mohamed Chalbia è uno scafista. E per questo fu arrestato e portato in cella a Sciacca dove il giovane è rimasto fino all'11 marzo scorso, quando è stato scarcerato ed espulso dal questore di Agrigento. Il giovane, appena uscito di cella, invece, che imbarcarsi per l'Africa ha preso un treno ed è ritornato a Padova. D'altra parte nella Città del Santo Mohamed Chalbia, anche alias Ghabil Ben Amer, tunisino di 24 anni, ci vive dal 2006 quando arrivò in agosto dopo essere sbarcato a Lampedusa e scappato dal cpt di Borgo Mezzanone (Foggia). Da allora Mohamed Chalbia è stato arrestato nel settembre del 2006 perché clandestino, arrestato per spaccio nel 2007 e nell'aprile del 2008 (con obbligo di firma), denunciato per ricettazione di uno scooter nel settembre del 2008. Dopodiché è sparito da Padova, riapparendo come clandestino a Lampedusa nel febbraio del 2009, venendo successivamente arrestato a Padova da clandestino nel luglio dello stesso anno, e sparendo nuovamente dopo essere stato costretto ad un secondo obbligo di firma. L'altro giorno è ricomparso a Padova con un nome nuovo di zecca. Giovedì sera, infatti, i carabinieri di Prato della Valle comandanti dal luogotenente Giancarlo Merli, l'hanno notato camminare lungo corso del Popolo e, riconoscendolo, hanno deciso di controllarlo. I militari hanno così scoperto che Mohamed Chalbia era stato espulso da più di cinque giorni, quindi l'hanno arrestato. Ieri mattina l'arresto è stato convalidato e l'uomo è stato rimesso in libertà visto che gli è stato contestato solo il reato di clandestinità. Del suo ruolo di scafista si occupa invece la procura di Agrigento, così come degli sbarchi di clandestini che poi prendono la via per Padova dove, alcuni vengono iniziati allo spaccio. Dall'inizio della crisi in Nord Africa, infatti, già due ventenni sono stati arrestati per spaccio a Padova. Entrambi erano appena sbarcati a Lapedusa. Il primo, un sedicenne, è stato bloccato l'8 marzo dalla polizia in via Da Bassano con l'hashish. Il minore era arrivato il 7 febbraio scorso insieme ad altri 46 connazionali a bordo di una carretta del mare. Il secondo, invece, Jaber Tronga, tunisino di 26 anni è arrivato da Lampedusa il 27 febbraio scorso. E' stato trovato il 10 marzo all'interno di un appartamento di via Mortise insieme ad un altro straniero: in casa c'erano 12 grammi di eroina e un bilancino dentro il peluche.
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