Lo Spazio di Padova: in Galleria Cavour per capire come si vivrà sulla Luna e su Marte
Un ambizioso progetto che vuole far confrontare il pubblico con gli elementi dei futuri habitat spaziali, tute, attrezzature, strumenti
PADOVA. In concomitanza con il convegno "800 anni di spazio all'Università di Padova", dal 3 al 15 settembre la Galleria Cavour di Padova ospita la mostra “Lo Spazio di Padova”: un ambizioso progetto che vuole far confrontare il pubblico con gli elementi dei futuri habitat spaziali, tute, attrezzature, strumenti.
La mostra è anche la finestra sul primo tentativo di esportare nello spazio extra-terrestre una galleria d’arte: vi figura infatti una copia della Moon Gallery, ora in volo sulla Stazione Spaziale Internazionale. Tra i capolavori che la compongono compaiono anche le opere di cinque artisti padovani che accettarono la sfida di miniaturizzare le loro opere con l’utilizzo di materiali compatibili con le durissime condizioni dello spazio.
La Moon Gallery è una iniziativa artistica promossa nel quadro di futuri habitat di lunga permanenza sulla Luna e su Marte. Il progetto, nato dalla collaborazione di diverse università europee e americane e dell’European Space Agency ESA, mira a portare, nel 2025, una piccola galleria d'arte permanente sulla Luna.
Grazie all’iniziativa dei Rotary Club Padova e Padova Nord, vari artisti e artiste padovane - Renzo Pasquale, Anna Maria Zanella, Jone Suardi, Alberta Vita, Lorenzo Viscidi “Bluer” - hanno partecipato all’iniziativa e saranno presenti alla vernice per illustrare le loro opere.
«Proprio il giorno nel quale parte la missione Artemis1 diretta verso la Luna, questa volta senza equipaggio, ma test per i prossimi viaggi con gli astronauti a bordo, inauguriamo questa mostra molto particolare e stimolante per varie ragioni. La prima è che questa iniziativa è un elemento strutturale dell’importante convegno “800 anni di spazio all’Università di Padova” che racconta il ruolo della nostra città e del nostro ateneo, nella scoperta dello spazio, da Galileo ai giorni nostri, la seconda che mette in relazione scienza e arte due ambiti solo apparentemente molto lontani tra loro – dice Andrea Colasio, Assessore alla cultura e al turismo del Comune di Padova .
«Prima con la mostra che si apre oggi e poi con il congresso dal 7 al 9 settembre vogliamo identificarci in pieno nel messaggio delle celebrazioni “800 anni e ancora imparo”, ma anche con il tratto distintivo del nostro Ateneo che è quello di aprirsi alla città: la mostra, con le opere esposte è una sintesi tra scienza e tecnologia da un lato, arte dall’altro offerta al pubblico in maniera gratuita; come anche libere sono le attività che fanno da corredo al congresso scientifico vero e proprio – afferma Sofia Pavanello, Coordinatrice della mostra e Chair del Congresso “800 anni di spazio all’Università di Padova” –. Il 7 settembre la Sala dei Giganti ospita una conferenza pubblica con Telmo Pievani, Roberto Ragazzoni, e gli astronauti Maurizio Cheli e Luca Parmitano; l’8 settembre alla Specola verranno donati al Giardino della Biodiversità dell’Università di Padova da David Williams, NASA Goddard Space Center, i semi dell’Apollo trees. Sono il frutto degli alberi cresciuti dai semi portati in orbita lunare dalla missione Apollo 14 nel 1971, che al ritorno sulla terra furono fatti germinare dal Servizio Forestale statunitense. Oggi la nostra università è come quel seme di conoscenza e libertà piantato a Padova otto secoli fa».
Lo spirito della mostra
Due gli elementi portanti della mostra: scienza e tecnologia da un lato, arte dall’altro. Le grandi ali spiegate della sonda Rosetta, come nell’iconografia che rappresenta la mostra, fanno volare il nostro pensiero verso una delle meraviglie del Sistema Solare, verso quelle comete di cui la missione Giotto del 1986 dimostrò per la prima volta l’esistenza di un nucleo solido di polveri e ghiaccio. Una missione tutta europea, italiana, e patavina come dice il nome stesso, che richiama la cometa dipinta da Giotto nella Cappella degli Scrovegni e chi contribuì alla missione, il grande meccanico celeste padovano Giuseppe Colombo.
Come la Giotto, anche Rosetta, la prima sonda che riuscì navigare attorno a un nucleo cometario per quasi due anni, dal 2014 al 2016, e che, come la stele ha contribuito a decifrare i geroglifici cometari, ha portato nello Spazio tanta scienza e tecnologia padovana, e il ricordo di chi esplorò l’Egitto nel XIX secolo, Giovanni Battista Belzoni.
D’altra parte, come possiamo dimenticare che l’Italia fu la terza nazione al mondo, dopo l’URSS e gli USA, ad accedere allo spazio extra-terrestre? La grande intuizione del veneziano Generale Luigi Broglio, che lanciare un razzo dall’equatore comporta un grande risparmio energetico, portò alla creazione della base di Malindi in Kenia, da cui il satellite Uhuru (che significa libertà nel linguaggio swahili), concepito dal Premio Nobel italiano Riccardo Giacconi, aprì l’esplorazione dell’Universo nei raggi X.
Chi meglio di Galileo Galilei potrebbe impersonare il connubio tra scienza, tecnologia e arte? Galileo fu non solo fisico, astronomo e tecnologo, ma anche musicista e compositore, letterato e eccellente conoscitore della tecnica pittorica del chiaroscuro. Proprio questa capacità di interpretare il chiaroscuro gli permise non solo di vedere la superficie lunare come altri prima di lui, ma di capire quello che vedeva.
La mostra è stata organizzata grazie alla collaborazione con Rotary Club Padova. Fondato nel 1905 il Rotary è una rete globale di 35,000 Rotary Club, di 1,2 milioni di persone: è, la prima organizzazione di servizio al mondo; il suo motto è “Servire al di sopra di ogni interesse personale”.
I Rotary Club nel mondo sono impegnati a: promuovere la pace, combattere le malattie, proteggere madri e bambini, sostenere l’istruzione e sviluppare le economie locali. Il Rotary Club Padova nasce nel 1949: il primo ad essere fondato nella Provincia di Padova. Si sono poi aggiunti gli altri quattro Club cittadini e i cinque Club del territorio provinciale, con i quali esistono solidi e fecondi rapporti di collaborazione e amicizia. Ad oggi sono 107 soci di cui 89 sono uomini e 18 donne; La massima parte dei soci è attivamente coinvolta nella principale attività del Club, diretta all’esecuzione di progetti culturali e di servizio sociale.
Ideazione e coordinamento
Sofia Pavanello
Cesare Barbieri
Curatori
Francesca Ferri
Simone Zaggia
Hanno contribuito all'allestimento
Università di Padova:
Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali
"Giuseppe Colombo" – CISAS
Dipartimento di Biologia – DiBio
Dipartimento di Fisica e Astronomia
"Galileo Galilei” – DFA
Dipartimento di Scienze biomediche - DSB
Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio
Astronomico di Padova – INAF OAPD
Austrian Space Forum (OeWF)
Nanoracks
Evento cofinanziato dal PRIN 2017 - Dipartimento di
Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali
(SPGI)
L’esposizione è aperta dal lunedì al venerdì in orario 15-19, e il sabato e la domenica in orario 10-13 e 15-19.
L'accesso è gratuito e non richiede acquisto di biglietto.
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