«Lo sport aperto a tutti e un grande edificio dedicato al ping pong»

Ad Emma Frasson l’idea di progettare un centro sportivo non è piaciuta subito. «Un po’ perché non sono una grande sportiva – spiega – un po’ perché lì vicino c’è il Petrarca rugby e dunque aggiungere sport dove c’è già una realtà consolidata era una bella sfida». Che alla fine ha accettato, lasciandosi trasportare dalle idee: «Mi sono detta che non avevo di fronte “solo” una proposta sportiva – racconta – ma dovevo ideare un luogo accessibile a tutti, senza pagare - perché lo sport dovrebbe essere un diritto, non solo per chi è abile, non solo per chi può permetterselo - e divertente». Insomma sport sì, ma anche socialità, inclusione, indipendentemente dai propri talenti fisici. «L’arrampicata è nell’edificio centrale e si alza sulle due facciate esterne. Dentro un infopoint, il prestito per le attrezzature e un soppalco dove ritrovarsi, fare riunioni e incontri di formazione». In tutto Emma ha progettato tre edifici: il più grande è quello con l’arrampicata indoor, poi c’è una palestra multifunzionale, pensata per diversi scopi e infine una piscina. La sede del divertimento invece è un altro edificio: «È a tema ping pong, con un grande tavolo per giocare che, all’occorrenza, si trasforma in una tavolata dove mangiare: a seconda dell’utilizzo che se ne fa, cambia la sua funzione. L’idea di fondo era un centro attrattivo per tutti, non solo per gli sportivi e dunque anche un luogo di ritrovo serale, per divertimento e relax. Tant’è che ho concepito al suo interno anche uno spazio non rumoroso, isolato, per concentrarsi. A completare sedute design che sappiano rendere più intimo e confortevole il luogo. Tecnicamente ho usato soprattutto il magnesio, un materiale ecosostenibile e fonoassorbente». Anche Emma sta lavorando in uno studio di ingegneria civile e anche per lei il futuro è la facoltà di Ingegneria civile. —
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