L’odio sul web: «Boicottate Benetton»: il gruppo dice addio a Twitter

L’operazione Atlantia-Alitalia scatena indignazione e attacchi beceri sui canali social come un anno fa con Ponte Morandi
Jean-Charles de Castelbajac;luciano benetton;oliviero toscani
Jean-Charles de Castelbajac;luciano benetton;oliviero toscani

TREVISO. Dal crollo di Ponte Morandi agli stabilimenti all’estero, dalle polemiche su Alitalia al nuovo corso targato Toscani, tutto entra nel calderone dell’odio social che nelle ultime settimane ha ripreso a sommergere Benetton. Facebook, Instagram, Twitter: i canali ufficiali del gruppo di Ponzano sono finiti (di nuovo) nel mirino degli “haters”, che invocano il boicottaggio dell’azienda per «fargliela pagare».

Il gruppo ha cambiato le strategie social di recente abbandonando la piattaforma di Twitter, dove si limita a rispondere privatamente a chi chiede informazioni sui prodotti, senza pubblicare nuovi post. L’azienda, tuttavia, assicura che la scelta non è collegata ai recenti attacchi sul web ma a una diversa strategia comunicativa: agli haters non si vuol dare troppo peso.

affondo su atlantia. È l’ingresso di Atlantia in Alitalia ad aver dato la stura alle becere reazioni del web. Il gruppo Benetton - e qualsiasi marchio ad esso collegato - dal 14 agosto 2018 è, agli occhi degli utenti della rete, colpevolmente connesso alla tragedia di Ponte Morandi. «L’Atlantia di Benetton nella cordata per Alitalia - recita uno dei tweet che vanno per la maggiore in queste ore - addio manutenzione aeroporti».

Lunedì è spuntato - per poi cambiare nome nel giro di poche ore - un account denominato “United Color of Alitalia”, oltre 21 mila follower. Descrizione: «Buonista, radical chic, pagato da Soros e dal Pd, sostenitore del gender». E ancora, tanto per restare nei tweet delle ultime 24 ore: «Non sono renziano, dico io, se non hanno mai manutentato le autostrade e il ponte per avidità, pensate che i Benetton con Atlantia faranno manutenzione con gli aerei? Io credo di no», «I #Benetton nella cordata che dovrà rilanciare #Alitalia. Quindi far “volare” le auto giù da un Ponte ha fatto curriculum?», «Alitalia in mano ad Atlantia cioè Benetton cioè ponte Morandi».

il boicottaggio. Il tribunale del “popolo web” giudica Benetton colpevole della tragedia di Genova, e tanto basta, a molti, per riversare commenti di ogni tipo. Da Atlantia all’appello per boicottare i capi della United Colors, il marchio storico del gruppo, il passo è breve. Anche perché qui è tornato in sella, nei mesi scorsi, Oliviero Toscani, un altro nel mirino della rete.

E così sotto i post su Facebook che annunciano il periodo dei saldi, o in calce a una foto della nuova collezione, fioriscono gli attacchi all’azienda, con tanto di appello al boicottaggio: «Per me Benetton può sparire», «Siete orrendi», «Dov’è finito il savoir-faire italiano?», «Benetton vai a vendere dove produci e cioè all’estero», «Fate schifo», «Non compro più per ragioni politiche», «Non dimentichiamo», «Boicottate», «Per me Benetton può sparire».

l’impegno. Dal canto suo, l’azienda è alle prese con il nuovo corso varato da Luciano Benetton-Oliviero Toscani-Jean Charles de Castelbajac. E in quest’ottica, spiega il gruppo, va letta la scelta di abbandonare i “cinguettii” di Twitter a favore di Facebook e, soprattutto, Instagram. Dove, in coerenza con la storia del marchio, la promozione va a braccetto con l’impegno sociale. Pochi giorni fa Benetton ha dedicato una storia su Instagram ai cinquant’anni dei moti di Stonewall, gli scontri fra gruppi di omosessuali e la polizia a New York, e all’orgoglio Lgbte: accoglienza e integrazione sbandierate contro i “leoni da tastiera”. 
 

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