L’ombra del ricatto sul B4 hotel Il pm: processate i fratelli Boscolo

L’accusa: minacce per ottenere dal costruttore Baldan la restituzione di 1,8 milioni di euro Contestato anche il danneggiamento: «Hanno allagato parte dell’albergo deliberatamente»
Di Carlo Bellotto

Tentata estorsione e danneggiamento in merito all’affitto di un albergo a Mestre. È l’accusa che il pubblico ministero Federica Baccaglini muove ai vertici del gruppo Boscolo che ha la sede in via Uruguay a Padova: si tratta di Angelo Sesillo Boscolo, 59 anni, Giorgio Sesillo Boscolo, 51 anni e Romano Sesillo Boscolo, 55 anni, tutti residenti a Chioggia. Parte offesa del procedimento e colui che ha sporto più querele, cinque in tutto, è Simone Baldan, 42 anni, di Stra (Venezia) che fa parte con i familiari di una importante azienda di costruzioni, la B3 srl con sede a Capriccio di Vigonza, che ha realizzato anche l’albergo oggetto della diatriba in via Don Tosatto a Mestre.

L’affitto dell’hotel

La ditta B3 srl costruisce un’albergo in via Don Tosatto a Zelarino e all’incirca nel settembre del 2009 la struttura viene presa in affitto dal Gruppo Boscolo che inserisce l’albergo nella catena B4, che diventa pure il nome dell’hotel. Nella primavera del 2011 i Boscolo chiedono una riduzione del canone d’affitto, la motivazione fa leva a seri problemi agli impianti idraulici della struttura: in alcune stanze gli scarichi funzionano male e causano delle perdite d’acqua che ne compromettono l’uso delle stesse. Nel marzo del 2012 c’è un incontro tra Baldan e i Boscolo, proprio negli uffici di questi ultimi. Gli imprenditori chioggiotti fanno diverse proposte: vogliono rescindere il contratto e chiedono un risarcimento di un milione e 800.000 euro, cifra che comprende i mancati guadagni patiti per quelle stanze che non hanno potuto sfruttare e affittare alla clientela.

La minaccia

Nell’incontro per cercare di risolvere il problema, i Boscolo avrebbero minacciato Baldan che nel caso non si fosse conclusa la trattativa, “gli avrebbero restituito l’hotel sfasciato”. La minaccia sarebbe stata registrata dallo stesso Baldan. Da questo momento in poi scattano le denuncie dello stesso Baldan, la prima del 23 luglio 2012 e le successive del 25 luglio, 27 luglio, 30 luglio e 2 agosto. Scattano pure le intercettazioni telefoniche ordinate dalla procura. In una delle quali i Boscolo minacciano chiaramente che avrebbero allagato una stanza dell’albergo, cosa che poi - secondo la Procura - sarebbe avvenuta: avrebbero fatto aprire le valvole dell’impianto di condizionamento, allagando alcuni locali, tra questi la sala da pranzo. La telefonata intercettata dalla Squadra Mobile di Padova è tra Giorgio e Romano Boscolo dove viene detto che «è ora di aprire le valvole».

Polizia nell’albergo

Il 3 agosto 2012, gli agenti del vicequestore aggiunto Marco Calì, allarmati dalla telefonata dove si minaccia di allagare la struttura, si precipitano al B4 hotel di Mestre, ma le valvole sono state già aperte e all’interno della struttura c’è parecchia acqua. La polizia su mandato del pm, sequestra le valvole di derivazione degli impianti di riscaldamento e condizionamento. Per il pubblico ministero i danni all’albergo sono di rilevante entità, a dirlo sono pure le diverse fotografie scattate nella struttura. Da quel giorno infatti il B4 è chiuso e i 52 lavoratori vennero messi par la settimana successiva in ferie.

Udienza preliminare

Il fascicolo finirà sul tavolo del giudice Domenica Gambardella il prossimo primo ottobre. In quella data si deciderà se mandare a processo i fratelli Boscolo che, eventualmente, in quella sede potranno chiedere l’applicazione di riti alternativi. È facile presupporre che si sarà una guerra di perizie sugli effettivi disagi dell’impianto idraulico di una struttura, praticamente nuova di zecca, visto che la gestione Boscolo è entrata con i lavori appena terminati.

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