L’orchestra di Francesca all’improvviso senza lavoro

La regina delle sagre e i suoi sei musicisti si sono visti annullare le 72 date previste per l’estate per il virus. «Giusto, ma il Governo deve aiutare il settore»

PONSO

Tra giugno e agosto Francesca aveva già 72 date prenotate. Sagre, feste, eventi: tutti annullati. Il coronavirus ha passato una mano di bianco nell’agenda lavorativa della cantante, rimasta di colpo senza un’entrata economica assieme ai suoi sei musicisti e a tutti i lavoratori impegnati nella realizzazione degli spettacoli. La storia di Francesca Mazzuccato, cantante di 35 anni originaria di Ponso, è emblematica di un settore – quello degli spettacoli – che più sta vivendo il peso di questa emergenza e che probabilmente sarà costretto a subirne le code più lunghe.

Francesca è uno dei volti italiani più noti nel mondo delle orchestre da ballo: per anni è stata la voce femminile dell’Orchestra Italiana Bagutti, una delle formazioni leader in Italia, e ha avuto anche l’onore di esibirsi all’Avalon Theatre della Niagara Falls in Canada, oltre che con cantanti e musicisti di fama internazionale. Un anno fa, il 10 maggio, ecco il grande passo: «Ho deciso di fondare la mia orchestra, l’Orchestra Francesca Mazzuccato, un gruppo che comprende me e altri sei musicisti», spiega l’artista. «Non è stato un passo semplice, visto che si tratta comunque di una piccola azienda».

Il buon nome di Francesca e l’aiuto dell’Agenzia Bagutti sono serviti a garantire un buon inizio, frenato bruscamente da questa emergenza: «Tutti gli eventi e le manifestazioni sono annullati, e chissà fino a quando», spiega la cantante. «Avremmo dovuto girare tutta l’Italia. Avevo 17 date in giugno, 29 in agosto e 26 in luglio, senza contare quelle che poi sarebbero arrivate a settembre».

Per Francesca e i suoi musicisti il danno economico è davvero importante: basti pensare che il cachet medio a data è di 3.500 euro – somma che va divisa tra musicisti, service e spese di spostamento – cifra che porta a 250 mila euro l’ammanco per l’Orchestra. «Questa è la professione con cui viviamo, e oltre a noi vivono di spettacolo ed eventi fonici, facchini, agenti, case discografiche. Avrei dovuto incidere un disco questo mese, ma non ha più senso se poi non posso promuoverlo nell’unico serio spazio di promozione, il palco delle serate estive».

Francesca incasserà i 600 euro in quanto partita Iva e i musicisti entreranno in cassa integrazione (per ora nessuna cifra è arrivata), ma il vero timore riguarda il futuro: «Noi non chiediamo di poter ripartire, perché sappiamo bene che il nostro settore vive di aggregazione e che i rischi sanitari sono alti. Chiediamo però delle tutele, anche perché siamo consapevoli che ci vorranno davvero molti mesi prima di poter tornare a lavorare».

Proprio per portare le istanze delle orchestre italiane ai tavoli di Governo, è nata in questi giorni l’Unione Orchestre Spettacolo Italiane: sono quasi 200 i gruppi aderenti da tutta la penisola, e tra questi c’è ovviamente anche l’Orchestra Francesca Mazzuccato. «Forse i grandi complessi possono permettersi questa situazione, anche solo per la visibilità che il loro nome garantisce», spiega la 35enne di Ponso, che oggi vive a Cremona. «Noi realtà minori, ma comunque fondamentali per il settore, rischiamo invece di scomparire entro l’estate. Non abbiamo sindacati o categorie di riferimento e abbiamo la seria necessità che il nostro messaggio arrivi al Governo». —



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