Loreggia in lutto per la morte di Roberta Marcon

Oggi l’autopsia sul medico annegato in vasca da bagno Moltissime testimonianze di cordoglio alla famiglia
Di Giusy Andreoli

LOREGGIA. Viene eseguita oggi pomeriggio all’ospedale di Castelfranco Veneto l’autopsia di Roberta Marcon, il medico nefrologo morta venerdì sera nella vasca da bagno della propria abitazione di Castelfranco. Dall’esame ci si attende evidentemente la conferma che la quarantacinquenne dottoressa loreggiana sia stata colpita da un improvviso malore che l’ha fatta scivolare incosciente dentro la vasca colma d’acqua senza avere la possibilità di reagire. Purtroppo, quando il fatto è accaduto il medico era sola in casa poiché il compagno, un magistrato astigiano, era uscito per una commissione. Se oggi verrà rilasciato il nulla osta alla sepoltura, il funerale verrà celebrato mercoledì. A officiare il funerale saranno il parroco di Loreggia monsignor Leone Cecchetto e padre Bartolomeo Sorge, parente del compagno della vittima. La data dovrà però essere confermata. Domani sera alle 20 sarà intanto recitato il rosario in suffragio della dottoressa nella chiesa di Loreggia.

In queste ore la famiglia Marcon sta ricevendo decine di testimonianze di affetto e vicinanza. Ieri moltissime persone si sono recate all’abitazione di via Roma per portare conforto alla madre Lina Torresin e alla sorella Franca. Roberta Marcon, medico nefrologo all’ospedale di Castelfranco Veneto, era una delle più belle e illustri figure di Loreggia, insieme alla sorella Franca era stata impegnata per una quindicina d’anni nel sociale. All’Usl 8 Roberta Marcon si occupava della cura e prevenzione delle malattie renali e del trapianto del rene ed era referente regionale per i trapianti da vivente. Soprattutto, si distingueva per la sua umanità e professionalità. «Non era un semplice medico che riceve il paziente, scrive la prescrizione e saluta», la ricorda la sorella. «Aveva una grande capacità di relazione e una particolare sensibilità verso il malato». Roberta Marcon credeva e diffondeva la cultura della donazione degli organi, onorata con la donazione delle cornee e dei tessuti. Doti riconosciute unanimemente, che rendono ancora più dolorosa la sua prematura fine.

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