«L’ospedale di Camposampiero è un’eccellenza e rimarrà tale»

Il governatore rassicura chi teme altri tagli: «I veneti che si lamentano mi rendano la tessera sanitaria e vadano a curarsi in altre regioni. Vediamo quanti lo fanno»





«Non esiste nessuna volontà di smantellare ospedali o reparti, a partire da Camposampiero. La cura dimagrante è già stata fatta e, da 8 anni stiamo gestendo la sanità veneta che oggi è la numero uno in Italia. Mi dispiace molto sentire polemiche sugli ospedali: ripeto, non vogliamo chiudere nulla né tantomeno ridimensionare servizi d'eccellenza come la Terapia Intensiva Neonatale di Camposampiero».



Luca Zaia ieri ha scelto di partecipare alla fiera di Arsego e di affrontare in prima persona il problema sanità con una difesa a tutto campo, senza trascurare le criticità emerse in questi mesi: «È vero, mancano medici. Ma ne mancano 56.000 in tutta Italia, non solo in Veneto. Questo è il frutto, purtroppo, di una programmazione sbagliata negli anni. Bisogna avere una visione complessiva della sanità regionale che oggi conta 68 ospedali, con 54.000 persone che vi lavorano a servizio, ogni giorno, dei nostri cittadini erogando ogni anno, 80 milioni di prestazioni, dall'unghia incarnita di un dito al trapianto di cuore».

Alle critiche quotidiane che gli arrivano e alle preoccupazioni di tanti, il governatore risponde: «Se guardiamo al singolo ospedale in se stesso, ognuno ha delle rivendicazioni, delle critiche e delle soluzioni. Tutti sono bravi a parlare, tutti sono ct, ma l'allenatore in campo, che deve decidere, alla fine sono io. E se la sanità veneta è la migliore d'Italia, qualche merito ce l'abbiamo. Qui, nell'Alta Padovana, ci sono due ospedali in 15 chilometri oltre a Padova, Castelfranco e Bassano. Io vengo da Conegliano, città ben più grossa di Camposampiero, dove però non abbiamo un Cto».

Un fiume in piena, Zaia, che conclude l'intervento con due provocazioni e un invito: «A chi continua a lamentarsi chiedo di venire da me in Regione, restituirmi la tessera sanitaria e andare in un'altra Regione a farsi curare. Voglio vedere quanti lo farebbero perché vi garantisco che siamo fortunati a vivere e a poterci curare in Veneto, dove abbiamo le migliori tecnologie, professionalità e strutture. Oggi le donne in Veneto vivono in media 93 anni, sembra una battuta ma è la verità che molti non conoscono. Il mio ospedale modello», conclude Zaia, «è quello senza posti letto, con le degenze sostituite dalle cure domiciliari dopo interventi di alto livello. Tempo fa, per un'ernia inguinale si stava in ospedale 7 giorni, oggi solo 3 ore. Bisogna capire che, negli ultimi decenni, la sanità è profondamente cambiata».



Presenti ad Arsego, con fascia tricolore, anche i sindaci della zona, che nei giorni scorsi avevano organizzato una manifestazione per difendere il "Pietro Cosma" e scritto una lunga lettera ricordando le problematiche dell'ospedale di Camposampiero. «Invito i sindaci, che mi hanno scritto una lettera alla quale risponderò punto su punto, a partecipare all'incontro che avrò in settimana con le mamme che hanno raccolto le firme sulla Tin di Camposampiero. Sono pronto ad ascoltare tutti e a spiegare». —



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