Luca Claudio ammette «Sì, ho preso dei soldi che non avevo chiesto»
Abano terme
Ha ammesso di aver incassato soldi mai chiesti, si è affrettato a precisare, ma sempre “offerti” e scuciti dai titolari di due aziende finiti sul banco degli imputati per induzione indebita a dare o a promettere utilità, dal 2012 nuova formulazione della “vecchia” concussione. Abito scuro ed elegante, volto abbronzato: l’ex sindaco di Abano, Luca Claudio, si è presentato davanti al tribunale di Padova per essere ascoltato nella prima udienza del processo tra gli ultime frange dell’inchiesta sulla corruzione alle Terme. Presente il suo difensore di fiducia, il penalista Ferdinando Bonon, l’ex primo cittadino non si è sottratto alle domande dopo aver chiuso il conto con la giustizia patteggiando tre anni 11 mesi e 15 giorni (da marzo è tornato a casa).
Sul banco degli imputati il commendatore Marcello Biava e il figlio Giuseppe, titolari della Aesys spa, con sede a Seriate nel Bergamasco, accusati di aver pagato una tangente di 39.982 euro pari al 15% dell’appalto ottenuto per la ristrutturazione dei pannelli luminosi installati alle Terme per fornire informazioni turistiche. Claudio ha spiegato: la dazione era stata versata tramite la società Rls srl di cui era legale rappresentante «una persona a me vicina (Massimo Trevisan). Non assicurai nessuna vincita dell’appalto in occasione del primo incontro con un commerciale della ditta» ha precisato, «Fu quest’ultimo che invitò me e il sindaco Bordin di Montegrottoa visitare l’azienda». Era il 13 luglio 2012. All’incontro c’erano padre e figlio. «Mi pare fu il commendatore a dire che, nel caso di esito positivo, avrebbero voluto corrispondere una somma». Alla domanda del pm Federica Baccaglini sulla sua reazione di fronte alla “proposta” di tangente, la replica: «Mi trovai in una situazione alla quale non ero abituato». E sul “quanto”? «Non ricordo».
A processo sono gli imprenditori rodigini Saverio e Luciano Guerrato, l'ex dirigente 'Urbanistica Patrizio Greggio e l'ex consigliere comunale Ermanno Pegoraro, accusati di turbativa d'asta, concussione e concussione per induzione. Gara d’appalto (vinta) per oltre 15 milioni di euro. E tangente da 120 mila euro versata a Claudio e Bordin. Tangente – mai chiesta, hanno ribadito i due – fatta figurare come saldo per i lavori (mai eseguiti) dalla Ft Impianti di Tiziano Fortuna. «Beh... se uno ti dà dei soldi, che fai?» ha chiarito Bordin. Sentiti pure Trevisan e Fortuna, finiti nei guai senza aver incassato un soldo. Di nuovo in aula l’1 ottobre.
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