Luca Claudio scarcerato, ora è a casa
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MONTEGROTTO TERME. Luca Claudio è tornato in libertà. L’ex sindaco di Montegrotto prima e Abano poi è stato scarcerato nel tardo pomeriggio di giovedì. Tornato in carcere a novembre, è rientrato attorno alle 19.30 di giovedì nella sua abitazione di via Campagna Bassa, a Montegrotto. Arrestato una prima volta il 23 giugno 2016, a quattro giorni dalla sua rielezione a sindaco di Abano, con l’accusa di aver manovrato un giro di tangenti, Claudio era tornato in libertà una prima volta a metà luglio. Aveva chiuso il conto con la giustizia, per quanto riguarda il primo filone, patteggiando 4 anni di carcere, poi ridotti a 3 anni e 11 mesi.
C’è stato però in autunno un conteggio da parte dei giudici tra cumulo di pena (vecchia condanna per la questione relativa all’Hotel Caesar di Montegrotto) e giorni previsti di liberazione anticipata. Si è così arrivati a un totale da scontare di 3 anni, un mese e 7 giorni. Totale che va oltre il limite dei tre anni entro il quale si può chiedere l’affidamento in prova e ottenere una sospensione della pena inflitta.
«È stata applicata una sentenza della Corte Costituzionale che sospende le pene inferiori ai quattro anni», si limita a dire l’avvocato difensore dell’ex primo cittadino, «Non c’entra nulla nella sua scarcerazione la questione relativa all’Hotel Caesar. C’è stata semplicemente una vittoria in merito ad un ricorso da noi presentato». Claudio è tornato a casa in gran silenzio, ad accoglierlo i genitori, ovviamente provati dalla vicenda che ha riguardato il figlio.
L’ex sindaco è descritto come un uomo fisicamente provato dalla seconda esperienza in carcere (era detenuto prima a Milano e poi a Mantova), estremamente dimagrito. Per lui ci sono tuttavia buone notizie. Le accuse mosse contro di lui hanno riguardato vari ambiti, in primo luogo quello degli appalti sul verde. Di recente la Corte di Cassazione ha scagionato l’ex primo cittadino in merito a un filone sul presunto giro di tangenti relativo agli appalti sugli alberi di Montegrotto. «Ci sono state alcune vittorie», taglia corto il legale, Ferdinando Bonon, senza andare nei particolari, «Continuiamo nella nostra battaglia».
La spada di Damocle intanto per Claudio si chiama processo sulle presunte tangenti relative alla bonifica della discarica di via Guazzi, a Giarre, che avrebbe coinvolto due ex dipendenti comunali (l’ex capo dell’Ufficio tecnico Maurizio Spadot e l’ex responsabile dell’Ufficio ambiente Guido Granuzzo) e la ditta P.
Venerdì scorso ci doveva essere l’avvio del processo e dovevano essere sentiti i testimoni delle varie parti coinvolte, ma tutto è stato rinviato al prossimo 9 luglio, in quanto si è dovuto registrare il cambio del del collegio giudicante.
L’ex sindaco nel frattempo si gode la sua ritrovata libertà.
Venerdì ha riabbracciato i tre figli e ora può tornare a girare liberamente.
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