Luca ed Edith, la versione e le contraddizioni del francese

VIGONZA. Il consiglio di visitare la moschea dove Luca e Edith non sono mai arrivati, le indicazioni per vendere l’auto che ora smentisce, il numero di telefono (sì ce l’ho, anzi no), un prestito di denaro e lui che li accompagna a fare bancomat.
Tutto ciò che Robert Guilloteau dice e non dice, tra cambi e improvvise retromarce. Ecco come il sessantenne francese trapiantato a Bobo-Dioulasso è diventato un uomo “misterioso”. Luca Tacchetto, l’architetto trentenne scomparso in Burkina Faso il 15 dicembre scorso insieme all’amica canadese Edith Blais, una traccia l’aveva lasciata.
È l’ultimo messaggio inviato alla madre, nel tardo pomeriggio di quel sabato 15 dicembre prima di sparire tra i misteri dell’Africa. Da quel messaggino inviato tramite Whatsapp si capiscono sicuramente tre cose: Luca era sensibile al carisma del francese, il francese gli ha cambiato il tragitto e poi gli ha anche dato indicazioni su come e dove vendere l’auto. Robert Guilloteau racconta di averli accompagnati personalmente a prelevare al bancomat.
E infatti risultano due prelievi da 250 euro ciascuno ma i movimenti figurano il 12 e non l’8 dicembre. Nota a margine: 500 euro al mese è lo stipendio medio di un ricco che vive in Burkina Faso, mentre i poveri, la maggioranza, campano con circa 48 euro mensili.
Robert, dove e quando avete conosciuto Luca e Edith?
«Il 7 dicembre alla dogana di Gogui, al confine tra Mali e Mauritania».
Come vi siete conosciuti?
«Loro sono arrivati intorno alle 20, quindi tardi per fare le carte necessarie per passare il confine. Erano senza soldi. Avevano fatto festa (ride). Gli ho prestato 15 euro perché il giorno successivo avrebbero dovuto fare un visto che ne costa 25».
Avete trascorso la notte insieme?
«Sì, abbiamo dormito tutti lì, perché il giorno successivo avrebbero dovuto restituirmi i soldi».
Dove siete andati a prelevare?
«Abbiamo fatto una deviazione di circa 60 chilometri nell’entroterra del Mali. Hanno prelevato il denaro contante (ma è una discrepanza perché alla famiglia il prelievo risulta il 12 dicembre, non l’8) e poi ci siamo salutati. Loro sono rimasti in commissariato per fare le pratiche. Sapevo che avrebbero finito tardi».
Dunque che consiglio ha dato loro?
«Avevano voglia di birra, così li ho consigliati di andare a Nioro du Sahel, una base militare dove avrebbero potuto bere della birra».
Come siete rimasti d’accordo?
«Ci siamo dati appuntamento a casa mia, alla volta del 15 dicembre, a Bobo-Dioulasso».
È vero che ha cambiato loro il percorso che avevano pianificato?
«Sì, insieme abbiamo rifatto il piano».
Si arriva quindi al 15 dicembre, in tarda mattinata si presentano a casa sua.
«Sono arrivati, abbiamo pranzato insieme, si sono riposati e la sera siamo andati a cena al ristorante africano Bois d’Ebene a Bobo-Dioulasso. La cena l’ha voluta offrire Luca, mentre io e mia moglie abbiamo pagato da bere».
Fino a che ora siete rimasti?
«Fino a mezzanotte e mezza circa».
Come siete tornati?
«In macchina mia. Abbiamo dormito a casa nostra e alle 11 del mattino successivo sono partiti alla volta della moschea (questa circostanza però non risulta. I familiari hanno parlato con le guide a cui bisogna necessariamente fare riferimento per entrare nella moschea e non hanno mai visto Luca e Edith)».
Qual era il loro programma per i giorni successivi?
«Dopo la visita alla moschea (ma in una prima versione aveva detto di averli indirizzati verso il parco delle cascate) sarebbero dovuti andare a fare il visto nella capitale. Poi dovevano tornare a casa mia per trascorrere ancora qualche giorno a Bobo».
Lei ha consigliato Luca su come vendere l’auto?
«Questa è una sciocchezza. Semmai ho detto loro che non aveva senso venderla. Come avrebbero fatto ad arrivare in Togo senza? (dal messaggio che Luca manda alla madre si capisce l’esatto contrario).
Come giudica il comportamento di questi due giovani nei giorni in cui è stato con loro?
«Li ho visti molto ingenui. Pensavano di essere in mezzo a bella gente, in un mondo meraviglioso. Ma questo è un paese povero, dove ti ammazzano per pochi spiccioli. Mai far vedere i soldi in tasca, questo gliel’ho detto. Erano troppo entusiasti».
Quando si è reso conto che non tornavano a casa sua non ha pensato di chiamarli?
«Non ho il loro numero (poi però ammette di averli giudicati maleducati per il fatto che non l’hanno più chiamato).
Enrico Ferro
Alice Ferretti
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