Luci alla base di San Siro di Bagnoli, set di Luca Guadagnino per “We are who we are”

BAGNOLI DI SOPRA. Ci sarà un coach di dialetto padovano per i 5 attori americani chiamati a interpretare una serie tivù ambientata a Bagnoli. Faranno la parte dei figli di militari e soldati Usa in Italia. Bagnoli c’entra per l’ex base dell’Aeronautica di San Siro che da centro di accoglienza per migranti diventa a set cinematografico. Tornando ad essere nella finzione una base statunitense.
Si tratta di una miniserie prodotta grazie alla partnership fra Hbo e Sky, ed è la prima serie tivù girata dal premio Oscar italiano Luca Guadagnino, in questi giorni impegnato a Cannes per la presentazione del film “The staggering girl”. Nel giro di due settimane inizieranno le riprese a Bagnoli. A rivelarlo è lo stesso regista sulle colonne di Variety, la bibbia dello spettacolo, dove cinque giorni fa Nick Vivarelli ha riportato le sue dichiarazioni a partire dal titolo della serie “We are who we are”,
La serie si concentrerà su un gruppo di adolescenti in una base militare in Italia e in particolare su due 14enni chiamati Fraser Wilson e Caitlin Harper. Tutti credono che loro siano una coppia, ma l’orientamento sessuale di Fraser è molto più fluido di quello che sembra, tanto da spingerlo ad avere un’innocente relazione romantica con un soldato più grande di lui.
Guadagnino ha dichiarato che i soldati saranno interpretati da attori americani e che il casting è stato fatto a Los Angeles, Londra, in Africa e in Italia. Un progetto che sarà svelato appieno a breve, ma del quale si parla con insistenza in paese. E come tutto quello che gira intorno all’ex base di San Siro, anche i recenti sopralluoghi e movimenti non potevano passare inosservati.
Del resto il regista siciliano, autore di “Chiamami col tuo nome” premio Oscar per la migliore sceneggiatura non originale, è già stato intercettato in giro per Bagnoli. A quanto pare la possibilità di usare come set l’ex caserma di San Siro è una strada percorribile. Del resto la struttura è in buone condizioni ed è stata abitata fino a settembre dello scorso anno, quando era sotto il controllo della Prefettura che nel 2015 aveva ristrutturato buona parte degli edifici per ospitare i migranti. ––
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