Luciano, Gilberto, Giuliana e Carlo fuori dalla Benetton

PONZANO VENETO. A dieci anni esatti dall’annuncio di Luciano Benetton («Passo indietro della famiglia, più potere ai manager») si completa il passaggio generazionale nell’azienda tessile di famiglia, la Benetton Group appunto. Nel consiglio di amministrazione dell’ammiraglia del gruppo lasciano il patriarca Luciano (classe 1935), Giuliana (1937), Gilberto (1941) e Carlo (1943) ed entra un figlio per ciascuno.
Alessandro (1964), secondogenito di Luciano, è presidente di Benetton Group dal maggio dell’anno scorso ma siede nel consiglio di amministrazione da diversi anni. Ora sono entrati Franca Bertagnin Benetton, secondogenita di Giuliana, Sabrina figlia di Gilberto e Christian, quartogenito di Carlo Benetton. Sostituiscono i rispettivi genitori, che a 48 anni dalla costituzione della Benetton lasciano definitivamente ogni incarico nell’azienda di famiglia.
Accanto ai figli entrano anche cinque consiglieri indipendenti, quasi tutti dal profilo finanziario: si tratta di Tommaso Baracco (ex Boston Consulting), Fabio Buttignon (docente universitario), Paolo Cavallo (ex Reckitt Benckiser), Alfredo Malguzzi (commercialista milanese) e Fabio Tamburini (ex Unicredit).
A garantire la continuità e la memoria storica resta il padovano Gianni Mion, uomo di fiducia della prima generazione, artefice della diversificazione del gruppo dal tessile alla finanza, infrastrutture, retail. Con lui uno dei dirigenti di primo piano della holding Edizione, Sandro Saccardi. Confermato nel ruolo di amministratore delegato Biagio Chiarolanza, mentre lascia l’azienda al termine del mandato l’altro amministratore Franco Furnò: in questo modo si torna, dopo un triennio di guida duale, al manager unico.
L’assemblea degli azionisti di Benetton Group, riunita ieri mattina a villa Minelli dopo il delisting della primavera scorsa (la società non è più quotata) ha proceduto anche all’approvazione del bilancio di esercizio 2012. Un conto economico che, come ampiamente annunciato, non fa fare salti di gioia a nessuno: i ricavi scendono da 1,032 miliardi a 1,820, in flessione del dieci per cento (con perdite importanti soprattutto in Italia e Spagna). Il risultato netto è positivo per 24 milioni di euro (era di 73 milioni nel 2011). La strategia introdotta da Alessandro per risollevare le sorti è quella di invertire la rotta: dall’Europa tradizionale ai paesi emergenti. Dove peraltro le vendite fanno segnare risultati interessanti: più 15% in Messico, più 17% in Sudamerica, bene in Corea e India.
Ma ci vorranno alcune stagioni per dichiarare la Benetton «fuori pericolo». Solo al termine di questa delicata operazione di riassetto industriale la Benetton tornerà a respirare. Nel frattempo, Alessandro starebbe lavorando all’ingresso - tra qualche tempo - di un partner finanziario-industriale capace di dare slancio all’azione di «revamping» dello storico gruppo.
Complessivamente, la seconda generazione dei Benetton è molto variegata: i cinque eredi di Luciano (Mauro, Alessandro, Rossella, Rocco e Brando), i quattro di Giuliana (Paola, Franca, Daniela e Carlo), le due di Gilberto (Barbara e Sabrina) e i cinque di Carlo (Stefano, Massimo, Andrea, Christian e Leone).
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