Lunedì il funerale del tipografo trovato morto in azienda

RUBANO. È già stato disposto dall’autorità giudiziaria il dissequestro della salma dell’imprenditore C.T., 55 anni, che l’altro ieri si è tolto la vita nella propria tipografia. Il magistrato ha concesso il nulla osta alla famiglia, ma il funerale non sarà celebrato prima di lunedì o martedì. Ieri l’azienda, anche se in lutto, è rimasta aperta per poter rispondere ai fornitori e ai clienti: non tutti erano a conoscenza della tragedia.
Sulle motivazioni che l’hanno provocata, gli investigatori non hanno dubbi si sia trattato di una serie di concause: prime fra tutte, le preoccupazioni recentissime riguardanti la salute e la sfera familiare, alle quali si sono sommate quelle legate al campo lavorativo. Nei mesi scorsi il tipografo aveva lasciato a casa 2 dipendenti, ma l’azienda reggeva la crisi senza particolari sofferenze, se non le difficoltà con cui oggi devono confrontarsi quasi tutte le imprese; difficolta che certamente non erano tali da giustificare un gesto estremo. Due mesi fa, l’imprenditore aveva scoperto di avere problemi di salute. E proprio da allora i 12 dipendenti hanno iniziato a notare che era meno sereno e poco loquace. Non pareva più l’uomo che fino a pochi mesi prima incoraggiava tutti, definito addirittura “un leone” perché sempre in attacco e pronto a dare forza agli altri. Anche in famiglia, ultimamente, pare non si confidasse.
Eppure stava maturando i pensieri più foschi. Pensieri tragici che purtroppo ha concretizzato giovedì pomeriggio. L’imprenditore ha atteso che i dipendenti andassero in pausa pranzo; rimasto solo, ha raggiunto il magazzino della carta adiacente alla sede, è salito su un alto scaffale con una corda al collo e si è lasciato andare. A trovarlo è stato un dipendente, che ha dato l’allarme e chiamato i soccorsi. È giunta l’ambulanza con lo staff sanitario. Nulla da fare: era morto da almeno un’ora.
La fine dell’imprenditore colpisce in modo particolare la famiglia, la moglie e i 4 figli tutti studenti, due dei quali minorenni. Grandi il dolore e lo sconforto dei lavoratori, affezionati al datore di lavoro e alla loro azienda. Legalmente la tipografia è una ditta individuale, che fa capo unicamente all’imprenditore morto. Che fine farà l’azienda, ancora non si sa. I 12 dipendenti e le loro famiglie aspettano con trepidazione. «Siamo a disposizione della famiglia», dicono i dipendenti, «attendiamo le loro decisioni e ci uniamo al loro dolore». La tipografia chiuderà il giorno del funerale del titolare. Che si celebrerà nella chiesa del quartiere dove la famiglia abita.
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