Lunga attesa in astanteria L’Usl spiega la procedura
MONSELICE. «È corretto e secondo procedura il comportamento adottato dai medici e dal personale del Pronto Soccorso nei confronti della signora presa in cura lo scorso 15 aprile».
Così il dottor Mario Perini, direttore facente funzione dell’unità operativa complessa all’ospedale di Schiavonia, risponde alle rimostranze del figlio della paziente, Federico Tresoldi, che aveva sottolineato la lunga attesa in pronto soccorso e il fatto che solo a tarda sera gli fosse stato chiesto di portare da casa le medicine della donna, diabetica.
«Dagli esami di controllo dei parametri clinici» spiega Perini «non venivano rilevati segni di scompenso salvo una iperglicemia verosimilmente legata, come nei precedenti accessi della signora in Pronto soccorso, a disidratazione e ad una non corretta assunzione della terapia antidiabetica prescritta dagli specialisti. Per questo motivo, in attesa dell’esito degli esami ematochimici, la paziente ha iniziato terapia idratante per via infusiva ed è stata trattenuta nei letti di osservazione breve intensiva per proseguire l’idratazione. È stata dimessa ieri pomeriggio e verrà a assistita a domicilio per la terapia». Quanto alla carenza di medici al pronto soccorso il dirigente precisa che «come da normale turno erano presenti quattro medici, due in area rossa dedicati alle urgente e due in area verde per la gestione dei codici bianchi e verdi». ––
Nicola Stievano
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