L’università di Padova assume trecento nuovi ricercatori

PADOVA. Un investimento di 25 milioni di euro per arruolare nuovi docenti: dopo anni di parsimonia sulle assunzioni, imposta dalle rigide restrizioni ministeriali, il rettore del Bo ha confermato la volontà di dare nuova linfa vitale alle cattedre, con un piano di reclutamento coraggioso.
Ieri, in occasione dell'inaugurazione del 795esimo anno accademico, Rosario Rizzuto ha ricordato i numeri dell'anno appena passato, annunciando i progetti per il futuro: «il piano di reclutamento del personale docente 2016-18» ha spiegato il Magnifico «è in fase di piena attuazione e ha consentito di assumere nel 2016 più di 100 ricercatori e 90 tra professori di prima e seconda fascia. Al netto delle cessazioni, si prevede per la fine del 2018 un organico di ateneo di 2.350 docenti di cui circa 300 nuovi ricercatori. Si tratta di un forte investimento sul futuro del nostro ateneo, che offre prospettive di carriera a giovani di valore, ponendo fine ad un declino iniziato nel 2009».
Tra gli ultimi arrivati, ha sottolineato il rettore, vale la pena ricordare i 22 docenti richiamati dall'estero (tra cui 10 vincitori di premi europei per la ricerca), accolti qualche mese fa dall'allora premier Matteo Renzi. Ma la rivoluzione voluta dal rettore medico non sta toccando solo le assunzioni. Una manovra decisiva, annunciata ieri, era passata appena qualche ora prima dal Consiglio d'Amministrazione: di fronte all'impellenza di nuovi spazi, Rizzuto ha cambiato direzione rispetto al passato, cestinando (per ora) il progetto del "Botta 2", alla Stanga, in favore della Caserma Piave.
«Occorre aumentare la disponibilità complessiva degli spazi» dice Rizzuto «e implementare poi un piano organico di riorganizzazione logistica. Per questo motivo, abbiamo chiesto al Demanio e al Ministero della Difesa di acquisire la Piave, un tempo sede del convento medievale di Sant'Agostino. Se la nostra richiesta sarà accolta, l'università si impegnerà in un grande progetto di edilizia sostenibile, riqualificazione energetica, logistica e connessione informatica, mettendo in campo le proprie competenze scientifiche e professionali. Sarà possibile un'espansione e ridistribuzione di attività didattiche, scientifiche e amministrative e la costituzione di un nuovo grande polo universitario, immagine e sostanza della stretta integrazione tra la città e il suo ateneo».
Nel frattempo, vista l'urgenza, è partito un piano per l'ottimizzazione delle aule esistenti: «è necessario distribuire le attività con efficienza» spiega ancora il rettore «per garantire la migliore utilizzazione delle strutture. Abbiamo quindi attivato un progetto logistica, a partire dagli spazi per la didattica, perché l'aumento del numero degli studenti ha comportato soprattutto in alcuni ambiti un sovraffollamento. Abbiamo condotto un censimento delle aule dell'ateneo, acquisendo e inserendo in una banca dati unica i dati di localizzazione, dimensione e accessibilità. Questa banca dati, incrociata con le informazioni di tutti i corsi di laurea, permetterà sin dal prossimo anno accademico una programmazione unitaria degli spazi didattici».
In occasione dell'evento, poi, sono stati ricordati i numerosi eventi culturali che hanno scandito l'anno appena passato: dalla "Primavera scientifica" alla "Kids University", dal Galileo Festival agli Open Innovation Days. Guardando invece al futuro, il 2017 sarà l'anno di Livius noster, un «grande evento celebrativo del bimillenario della morte dello storico Tito Livio».
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