L'Università di Padova pubblica l'Atlante delle mostruosità umane

Da Elephant Man in poi, un'incredibile raccolta di malattie e deformazioni rare, nella storia della medicina

PADOVA. Tra storia e scienza, letteratura e cinema, nasce il primo «Atlante di patologia nella storia»: una rassegna di foto e descrizioni delle malattia più rare, strane, talvolta mostruose. Alcune, le più spaventose negli esiti, sono patologie che oggi non esistono più. Altre hanno ispirato alcuni tra i titoli più noti della cinematografia: siamo nella seconda metà del 1800 quando il medico inglese Frederick Treves incontra Joseph Merrik, affetto dalla sindrome di Proteo, che diviene negli anni Ottanta del secolo scorso The Elephant man di David Lynch.

La pellicola ha portato sullo schermo una delle malformazioni umane che, prima delle moderne tecniche di analisi del feto in grado di individuare simili deformità, sfociava in mostruosità inspiegabili. L'Atlante, curato da Alberto Zanatta, Gaetano Thiene, Marialuisa Valente e Fabio Zampieri, raccoglie la collezione conservata al Museo di Anatomia Patologica dell'Università di Padova, una tra le più spettacolari al mondo.

Di forte impatto la sezione dei feti, impressionanti esseri con doppia faccia e cranio fuso ad esempio, o con malformazione delle ossa craniche che determina la somiglianza con strani esseri alieni partoriti dalla fantasia di qualche sceneggiatore, fino ai gemelli siamesi incastonati uno dentro l'altro. Ci sono poi le anomalie che riguardano l'apparato scheletrico, quello respiratorio, il sistema nervoso e l'apparato cardiovascolare, malformazioni a carico del fegato e dell'apparato urinario, il tutto si traduce negli organi conservati negli appositi contenitori e direttamente osservabili nell'intero o nella sezione.

Un cuore conservato
Un cuore conservato

Le immagini, spesso di forte impatto emotivo fotografate "didatticamente" senza il filtro dell'interpretazione artistica, costituiscono un corpus unico che specchia la collezione museale.

L'Atlante sarà presentato al pubblico martedì 1 marzo, alle ore 17, nell'Archivio Antico di Palazzo Bo, alla presenza degli autori. Intervengono i professori Sabino Iliceto, Direttore del Dipartimento di Scienze Cardiologiche, toraciche e vascolari, Cristina Basso e Maurizio Rippa Bonati; il libro sarà presentato dal prof. Giuseppe Ongaro, ematologo e storico della Medicina.

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