L’Università stanzia 50 mila euro in più per le indennità
Scendono alcune indennità di carica, ma ne spuntano di nuove. “Scaduto” il decreto che obbligava a una certa rigidità sull’argomento, le università possono tornare a metter mano al budget per i compensi accessori, dovuti a incarichi extra rispetto all’insegnamento. Dal 2011 al 2017, infatti, in omaggio al contenimento delle spese era stato imposto un taglio del 10%, non più dovuto a partire dall’inizio di quest’anno. Il budget disponibile, al Bo, sale così da 902 a 950 mila euro. Ma le spese, secondo quanto approvato ieri dal consiglio di amministrazione, rimarranno complessivamente entro la vecchia soglia. Rimane invariata l’indennità del rettore, Rosario Rizzuto, che dall’inizio del mandato se l’era volontariamente ridotta del 10%, portandola agli attuali 86.400 euro l’anno (che si aggiungono allo stipendio da professore ordinario). Rimangono invariate anche le indennità di tutti i prorettori (6 mila euro l’anno), mentre è stata decurtata quella del prorettore vicario, Giancarlo Dalla Fontana: da regolamento corrisponde al 50% di quella del rettore, ma è stata adeguata alla nuova cifra. Nessuna nuova nemmeno per quanto riguarda altre figure che già percepivano un’indennità di carica: direttori di dipartimento, componenti Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico, componenti Nucleo di Valutazione, del Collegio dei Revisori dei Conti, consigliera di fiducia, e difensore civico. I cambiamenti riguardano invece figure minori: i direttori dei centri interdipartimentali, dove non confluisce personale, rimarranno senza, mentre il compenso accessorio sarà riconosciuto ad altri che hanno un’effettiva responsabilità amministrativa e gestionale. In particolare, è stata assegnata un’indennità per i Coordinatori dei Poli e per i presidenti delle Scuole di Ateneo.(s.q.)
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