L’uomo che trasformò il porno in impresa

Costruì il successo di Cicciolina, Moana, Rocco Siffredi
Riccardo Schicchi con la moglie Eva Henger in una immagine del 12 luglio 1195. ANSA/MASSIMO CAPODANNO
Riccardo Schicchi con la moglie Eva Henger in una immagine del 12 luglio 1195. ANSA/MASSIMO CAPODANNO

ROMA. Ha legato tutta la sua vita al mondo del porno italiano Riccardo Schicchi: nato in Sicilia ad Augusta nel 1952, è morto ieri in ospedale a Roma per complicazioni dovute al diabete mellito di cui soffriva da tempo e che lo aveva reso quasi cieco. Fotografo, regista, soprattutto imprenditore di un settore che ha in un certo senso liberato, anche grazie ad azioni clamorose come far fotografare una delle sue attrici (diventata poi moglie e madre dei suoi due figli), la Miss Ungheria 1989 Eva Henger, nuda dentro Fontana di Trevi a Roma.

La sua prima passione fu la fotografia, ma è stato nella seconda metà degli anni ’70 con l’incontro con Ilona Staller che la sua vita cambiò decisamente. Su Radio Luna con la disinibita modella ungherese conduceva una trasmissione sul sesso che divenne popolare, “Voulez-vous coucher avec moi?”, e proprio durante quelle puntate nacque il soprannome Cicciolina. Da lì un’idea dopo l’altra, sempre in coppia con l’attrice: nel 1976 primo nudo integrale in un luogo pubblico, una discoteca; nel 1978 il primo seno scoperto mandato in onda in diretta dalla Rai nella trasmissione “C’era due volte”; nel 1979 il primo soft-porno italiano, e primo film in assoluto con protagonista Ilona Staller: “Cicciolina amore mio”. Poi il primo spettacolo live, “Curve deliziose”, che ebbe procedimenti giudiziari. Nel 1983 fondò con la Staller “Diva Futura”, un’agenzia per modelle e modelli pornografici.

«Ero l’unico maschio in un harem di donne», racconta il più noto attore hard, Rocco Siffredi ricordando gli esordi. «Avevo vent’anni e a lui devo tutto, come a un padre professionale».

Da quell’agenzia lanciò la superstar Moana Pozzi e tante altre come Malù detta Ramba, Baby Pozzi, la trans Maurizia Paradiso. Si inventò le pornocasalinghe come Rossana Doll e Jessica Rizzo. Contribuì alla clamorosa elezione alla Camera dei deputati di Ilona Staller e nel 1990 fu tra i fondatori del Partito dell’Amore, un esperimento quasi parodia dei partiti politici tradizionali, che non arrivò al quorum per la Camera ma comunque ebbe un buon numero di preferenze per la capolista Moana.

«Nessuno come lui» dice Siffredi «ha creduto così tanto al made in Italy pornografico, riuscendo a sdoganare tutto il mondo del porno, andando dritto per una strada in cui credeva anche a costo degli insulti dei benpensanti. A me fermavano per la strada per dire sei un figo, a lui sberle e frasi tipo sei un maiale». Era un’anima divisa in due: «il siciliano di paese, gelosissimo delle sue donne e il libertino sfrenato».

Nella sua carriera anche guai giudiziari: nel 2006 una condanna in primo grado a sei anni di reclusione con l’accusa di associazione per delinquere, violazione della legge sull’immigrazione e sfruttamento della prostituzione, fu coinvolto nello scandalo Vallettopoli, arrestato, scarcerato e nel gennaio 2008 infine condannato a una multa di 800 euro per incitamento alla prostituzione.

La fine, a 60 anni, amara: malato da anni, praticamente cieco e con le gambe che si sbriciolavano, ma sempre con il sorriso. I suoi ultimi lavori erano la cura di qualche ragazza in chat, intanto in molti lo avevano abbandonato. Ma accanto a lui, alla fine, c’era Eva Henger: non più sua moglie, ancora sua amica.

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