Ma che Mostra è senza la fidanzata
Sembra ormai una tradizione quella dei direttori della Mostra del Cinema di Venezia, di nominare al loro arrivo tra gli esperti della commissione selezionatrice la moglie o la fidanzata. E’ una consuetudine a cui non è sfuggito neppure il neodirettore - di ritorno - Alberto Barbera, secondo quanto scritto dal sito di gossip Dagospia.
I suoi consulenti saranno infatti Giulia d’Agnolo Vallan, Bruno Fornara, Mauro Gervasini, Oscar Iarussi, Emiliano Morreale e Marina Sanna. E proprio Marina Sanna (nella foto) - che è peraltro redattore capo della rivista Il Cinematografo e dunque un’addetta ai lavori - sarebbe da tempo la fidanzata di Barbera. Che continua nel solco, però, perché anche Marco Muller prima di lui portò alla Mostra l’ex moglie francese in veste di esperta. E, ancora in precedenza, Moritz de Hadeln lavorava addirittura in coppia con la moglie, l’inseparabile frau Erika. Si dirà che un direttore di Festival si circonda, logicamente, di persone di sua fiducia. Il problema è non esagerare con la fiducia. –––––––––––––––
L’Ungheria è ostica ai cellulari: neve, vento, freddo, e le difficoltà dei voli. Così il «no comment» di Alberto Barbera arriva rimbalzando via Ca’ Giustinian. Così restiamo soli a dover capire se la notizia dell’inserimento di Marina Satta nello staff dei selezionatori debba essere una puntura di spillo o il disvelamento di uno scandalo. La musica, sembra di capire, è sempre la stessa. Nell’aria volteggiano le note di “Così fan tutti”, arrivano gli echi di “Là ci darem la mano”, ma sul ponte di Rialto. Di sicuro il direttore Barbera, piemontese di rango e quindi avvezzo per educazione e sensibilità al francese, ha improvvisamente dimenticato due paroline piccole piccole: bon ton. E non importa se la signora Satta è brava, bravissima. Proprio perché fidanzata doveva essere tenuta lontana dagli incarichi decisi dal fidanzato. Da Barbera ci aspettavamo aria nuova, e la capacità di capire che i tempi cambiano se si cambiano i modi. Proprio perché di piaceri, conflitti d’interesse, comparsate di manutengoli et similia abbiamo fatto indigestione. Cioè non li abbiamo digeriti.
Allora non basta la puntura di spillo, anche se questa nomina non è esattamente uno scandalo. E’ fastidiosa, come una nota stonata, un colore fuori posto, una pellicola che salta proprio all’inizio del film. Dal direttore della Mostra ci si aspetta la separazione tra professione e affetti. E limpidezza totale. (p.c.)
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