Guerra delle grucce a Prato, l’autore del tentato omicidio fermato in un ristorante di Padova

Individuato dopo nove mesi indagini, gli altri 5 complici erano già arrestati. La procura toscana: «Emerge una rete di collegamento della mafia cinese  in più porzioni del territorio nazionale confermata dalla presenza in Padova del fermato»

L'indagine della Procura di Prato sulla guerra delle grucce ha portato a Padova
L'indagine della Procura di Prato sulla guerra delle grucce ha portato a Padova

Un 36enne cinese, Nengyin Fang, ex soldato dell'esercito della Repubblica Popolare cinese, è stato fermato a Padova dopo 9 mesi di ricerche da parte della procura di Prato: secondo gli investigatori è uno dei sei esecutori materiali di un efferato tentato omicidio ai danni di un imprenditore cinese, avvenuto lo scorso 6 luglio nella città laniera, nell'ambito della cosiddetta "guerra delle grucce", un fenomeno al centro di un'inchiesta della direzione investigativa antimafia e allo studio della commissione parlamentare antimafia giunta a Prato proprio venerdì 4 aprile scorso.

Ricercato dall’estate

La procura pratese inseguiva l'uomo già dalla scorsa estate, in quanto sesto componente e unico latitante di un commando, tutto formato da cinesi, di cui gli altri cinque sono stati individuati e arrestati nei mesi scorsi tra la Calabria e la Sicilia.

Secondo gli inquirenti Nengyin Fang proveniva “appositamente dalla Cina per tutelare con il ricorso alla violenza gli interessi imprenditoriali del gruppo monopolista nel settore delle grucce", un comparto che in corrispondenza del più grande distretto dell'abbigliamento d'Europa a Prato genera volumi di fatturato da centinaia di milioni di euro l'anno.

Fermato al ristorante

La procura pratese ha individuato l'ex soldato, che si trovava in un ristorante della periferia di Padova. Il 6 luglio 2024, all'interno del locale Number One a Prato, aveva tentato con cinque complici di uccidere Chang Meng Zhang, un imprenditore cinese a sua volta pregiudicato e condannato in via definitiva per l'omicidio volontario di Zhijian Su (referente dell'impresa Eurotrans/Oulian), commesso a San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, nel marzo 2006. Nonostante le gravissime ferite riportate nel tentato omicidio l'imprenditore è riuscito a sopravvivere ed ha iniziato "una proficua collaborazione con la giustizia". 

Le indagini

Il 36enne fermato a Padova è risultato essere componente di un commando misto "fujanese e dello Zhejiang". Il ricercato è stato individuato tramite le intercettazioni della squadra mobile di Prato, ma come emerge dal report della procura, anche il consolato cinese ha fornito una collaborazione per giungere all'identità certa del soggetto.

Nell'immediatezza del delitto di luglio 2024, l'analisi dei frame estrapolati dal sistema di videosorveglianza del locale in cui si erano svolti i fatti aveva già permesso di individuare uno degli aggressori, il cui telefono cellulare era stato immediatamente messo sotto intercettazione. E' emerso così che l'uomo si spostava rapidamente dalla Toscana verso il meridione e, giunto in Calabria, era stata fermata una vettura con a bordo quattro cinesi, che erano stati identificati come corresponsabili dell'aggressione.

Un altro componente del comando, invece, era sfuggito al primo controllo: aveva attraversato lo stretto di Messina ed era stato fermato due giorni dopo a Catania. Con il fermo di Fang si è giunti a individuare l'ultimo soggetto che mancava all'appello, chiudendo il cerchio sui presunti autori materiali del del tentato omicidio. "Le investigazioni - aggiunge la procura di Prato - hanno consentito di far emergere una rete di collegamento in più porzioni del territorio nazionale, dato confermato dalla presenza in Padova del soggetto fermato che si era reso irreperibile subito dopo il tentato omicidio". 

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