«Mai conosciuti, sono tranquillo»

Lino Beghin, della Tiemme di San Martino di Lupari, nega il suo coinvolgimento
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONFERENZA STAMPA GUARDIA DI FINANZA. TENENTE COLONNELLO LUCA LETTERE
FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONFERENZA STAMPA GUARDIA DI FINANZA. TENENTE COLONNELLO LUCA LETTERE

«Sono venuti e si sono presi quello che gli interessava ma io non ho niente da nascondere»: ostenta serenità Lino Beghin, titolare dell’officina meccanica Tiemme srl in via Passo del Carro 44 a San Martino di Lupari.

L’altro ieri si è visto arrivare in azienda i finanzieri del tenente colonnello Luca Lettere che hanno effettuato una perquisizione nei suoi uffici. «Non conosco nessuna delle persone coinvolte in questa faccenda delle fatture false» mette subito in chiaro Beghin, «e non ho mai avuto a che fare con le loro società. Io ho dato la massima disponibilità ai finanzieri, si sono portati via dei documenti ma io sono assolutamente tranquillo».

Che Bruno Antonello, uno dei principali protagonisti della frode fiscale milionaria scoperta dalla finanza, sia di San Martino di Lupari come la Tiemme, sembra solo una coincidenza. A portare gli uomini delle fiamme gialle a bussare all’officina di Beghin - che non è indagato - sarebbero state alcune fatture false emesse dalle società cartiere di Antonello & company. Affinchè possa essere contestato il reato al titolare della società che le ha ricevute - oltre alla Tiemme sono in corso verifiche anche a carico della Mec 3 snc di Tombolo e la ex V.S.G sempre di San Martino di Lupari - le false fatture devono essere state contabilizzate nei bilanci, concretizzando quindi il beneficio fiscale determinato dalla deduzione di costi inesistenti.

Secondo la finanza le società reali pagavano le fatture false alle cartiere in Italia che a loro volta rigiravano i pagamenti alle cartiere all’estero: il pagamento iniziale scomputato dell’Iva veniva poi restituito alle società reali, mentre i gestori delle cartiere si dividevano l’Iva. (e.l.)

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