Major, ricavi a 30 milioni e apre alle auto elettriche

Colonnina di ricarica operativa da alcuni giorni nella stazione in via Armistizio Azienda nata negli anni ’50. «Il futuro dei distributori di benzina è nei servizi»
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - DISTRIBUTORE BENZINA VIA ARMISTIZIO
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - DISTRIBUTORE BENZINA VIA ARMISTIZIO

PADOVA. Anche le pompe bianche (distributori indipendenti non legati ai colossi petroliferi) aprono al futuro elettrico della mobilità. A Padova la rete Major – tra le prime in Italia ad aprire una pompa di benzina a marchio locale alla fine degli anni’50 del secolo scorso – offrirà alla clientela la possibilità di ricaricare anche la propria auto elettrica. Nel distributore in via Armistizio 250 ha fatto la sua comparsa nei giorni scorsi la prima colonnina elettrica per la ricarica delle auto del futuro.

«La comunicazione di alcune case automobilistiche di smettere la produzione dei motori diesel ci dà da pensare» ha spiegato Luigi Braghetta, titolare di Braghetta Sas, proprietaria del marchio Major. «L’abbandono dei combustibili fossili non sarà né scontato né rapido ma per chi, come noi, è nel settore da quasi 70 anni, ragionare sull’evoluzione del nostro modello di business è un fatto doveroso». E in effetti, al di là degli annunci, è uno studio di Bloomberg New Energy Finance già di quasi 2 anni fa a indicare nel 2025 l’anno in cui il costo delle auto elettriche inizierà a essere competitivo rispetto a quelle a carburanti fossili. Una grossa gatta da pelare non solo per le grandi multinazionali del petrolio ma pure per le piccole società che acquistano all’ingrosso e rivendono al dettaglio benzina e affini tramite reti di pompe bianche.

E Major, società padovana da circa 30 milioni di euro di fatturato annuo e tre dipendenti, è proprio una di queste. «Tra Padova e provincia possiamo contare su 23 distributori a marchio» spiega Braghetta «che riforniamo direttamente, acquistando all’ingrosso carburanti dalle società petrolifere con impianti costieri nell’area di Mestre e Marghera. È cambiato molto rispetto agli anni ’50 quando, oltre alla nostra prima pompa di benzina, avevamo anche una piccola struttura di raffinazione in Strada Battaglia. Dopo molti anni abbiamo scelto di concentrarci solo sulla vendita al dettaglio, mantenendo e ampliando la nostra rete fino a giungere alle attuali 23 pompe attive. E ora guardiamo all’elettrico».

Ma pure avendo introdotto la prima colonnina di carica pubblica in un distributore indipendente in città, Major non può fare ricarichi sulla vendita dell’elettricità. «Non abbiamo l’autorizzazione per fare utili sulla vendita dell’elettricità ma credo che l’operazione potrà essere interessante comunque» spiega il titolare di Major. «La ricarica di un’auto elettrica a oggi è ben più lenta di quella per un pieno di benzina. Si apre per noi, quindi, un nuovo spazio per rilanciare tutti quei servizi aggiuntivi come la ristorazione che in Italia non sono decollati, ma che potrebbero farlo nel prossimo futuro. Crediamo poi di poterci giocare qualche carta anche in termini di posizionamento strategico. Nel momento in cui si avverasse il progetto più volte annunciato dalle grandi case automobilistiche di contribuire alla realizzazione di una vera e propria rete di distribuzione delle ricariche per le auto del futuro, quali luoghi saranno più strategici delle vecchie pompe di benzina? ».

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