Mancano ancora prof al De Nicola

PIOVE DI SACCO. Ormai sono passati due mesi dal suo inizio, ma l'anno scolastico negli istituti superiori cittadini di via Parini stenta decisamente a ingranare. Le iniziali preoccupazioni di studenti e soprattutto genitori dell'Iss De Nicola e del liceo Einstein iniziano ora a trasformarsi in una concreta insofferenza per una didattica complessiva che rischia di essere messa a repentaglio e dequalificata, per non dire compromessa. Il problema fondamentale è legato ai ritardi nella copertura delle cattedre vacanti, con professori che mancano e supplenti che si avvicendano quasi quotidianamente. Il caos che sta investendo il mondo della scuola italiana sortisce quindi anche nelle scuole piovesi i suoi effetti. «I ritardi nella copertura dei posti», spiega chiaramente Caterina Rigato, dirigente scolastico del De Nicola, «riguardano tutti gli istituti e sono dovuti al fatto che i docenti temporanei non accettano le proposte di supplenza in quanto, probabilmente, aspettano le graduatorie nuove che il ministero però non ha ancora rilasciato. Le segreterie scolastiche hanno inoltrato centinaia di proposte di contratti dall'inizio dell'anno scolastico. Non si tratta quindi di ritardi o inadempienze imputabili al singolo istituto. I numerosi ricorsi promossi dai docenti a seguito degli errori ministeriali nell'algoritmo di assegnazione delle cattedre stanno causando un ritardo che penalizza le scuole che con grande difficoltà hanno comunque cercato di far partire gli orari definitivi». Al De Nicola, che è un istituto ad indirizzo commerciale, al momento mancano due docenti di matematica e rimangono scoperti alcuni posti di insegnante di sostegno. Come ci si sta organizzando quindi per sopperire a questa situazione e garantire il normale svolgimento delle lezioni, nonché uno standard formativo di qualità? «Con i docenti di potenziamento, che sono professori assegnati alle scuole per i progetti di arricchimento sulla base del piano triennale dell'offerta formativa», risponde la preside Rigato, «stiamo cercando di compensare in qualche modo le carenze nell'insegnamento, in particolare di alcune discipline. Il problema è che non sempre questi docenti corrispondono alle classi di concorso dei posti vacanti».
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