Manette per droga, farà gli esami di maturità agli arresti domiciliari

PADOVA. La maturità agli arresti domiciliari. È questa la storiaccia in cui si è cacciato l’altra notte Pietro Biscossa, studente diciannovenne al quinto anno al Liceo Cornaro, che nel suo curriculum non ha mai conosciuto l’onta di una bocciatura, ma da ieri ha assaggiato il sapore amaro delle manette.
Il ragazzo, è stato arrestato dalla polizia, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Costretto agli arresti domiciliari, gli sono stati trovati e sequestrati quasi un etto e mezzo di marijuana e circa seicento euro in contanti, probabilmente provento dello spaccio.
Alle quattro di notte tra domenica e lunedì, con la scuola finita da una solo giorno, Biscossa passeggiava in bicicletta a due passi da casa, in via Bertacchi, nel quartiere Forcellini. C’è una volante di passaggio che nota come, alla vista degli agenti, Biscossa acceleri la pedalata. La polizia decide allora di seguire il ragazzo che cerca di defilarsi, sfruttando l’oscurità e provando a far perdere le proprie tracce nascondendosi dietro le mura di un palazzo. Ma non riesce a scamparla.
Gli agenti lo fermano e decidono di perquisirlo: in tasca gli trovano un involucro con un grammo di marijuana e quasi un centinaio di euro in contanti. Così la polizia decide di andare a perquisire le abitazione del ragazzo che vive sia con la madre che con il padre. Vengono setacciate entrambe le case e in una di queste, in camera di Pietro, vengono trovati un etto e venti di marijuana e circa 500 euro in contanti. Il ragazzo, incensurato, viene così portato in questura e costretto agli arresti domiciliari.
Proprio oggi dovrebbero essere pubblicati gli scrutini della sua classe e Biscossa si troverà a dover affrontare i prossimi esami di maturità con il provvedimento restrittivo a suo carico. Un fulmine a ciel sereno per il Liceo Cornaro, che non era stato nemmeno sfiorato dagli ultimi arresti di minorenni, e tra i cui corridoi, in ogni caso, non risulta venisse spacciata droga.
«Non ci era arrivata alcuna segnalazione sul conto del ragazzo, non sapevamo nulla», spiega il preside Massimo Vezzaro. «Negli ultimi anni, comunque, non si sono mai verificati episodi legati alla droga che hanno coinvolto il nostro istituto».
La fine della scuola è risultata fatale, in tono minore, anche a un altro studente di 16 anni, che ha alzato troppo il gomito tra sabato e domenica a Villa Barbieri. Fortunatamente ha solo sfiorato il coma etilico ma i responsabili della sicurezza della discoteca hanno dovuto chiamare la polizia per riaccompagnarlo a casa.
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