Manganelli ha confessato ora tratta il patteggiamento

Il braccio destro del dentista-faccendiere Alberto Vazzoler è già rientrata a Dubai Lì è diventata mamma. Il 3 aprile l’udienza davanti al gup per definire la pena



È tornata a Dubai dove è diventata mamma da qualche settimana Elena Manganelli Di Rienzo, 43enne padovana figlia di un primario ginecologo, braccio destro del dentista-faccendiere veneziano Alberto Vazzoler, specializzato nel creare complicati puzzle di società cartiere per spostare flussi di danaro da un Paese all’altro e far evadere il fisco alla sua ricca clientela sparsa in tutta Europa. Un ritorno nella sua nuova patria (gli Emirati Arabi dove vive con il marito) autorizzato dalla magistratura con la quale sta trattando il patteggiamento entro i due anni (limite oltre il quale non è più possibile ottenere la sospensione condizionale della pena) e il versamento di una sostanziosa multa. Tuttavia l’accordo con la pubblica accusa (il pm Roberto D’Angelo) va “benedetto” da un giudice: ecco perché è prevista un’udienza il 3 aprile davanti al gup Margherita Brunello chiamata a valutare la congruità della sanzione.

Banda di riciclatori

Quasi certa l’assenza di Manganelli che ha nominato un nuovo difensore, il penalista Pietro Someda. Accusata di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale di soldi per una cifra che potrebbe attestarsi sui 46 milioni di euro, con Vazzoler e altri tre complici è arrestata il 25 maggio scorso. Lui – ancora agli arresti domiciliari nella casa dei genitori a Musile di Piave e ora a processo – è la mente e il gestore di un sistema che, appoggiandosi a società nella Repubblica Ceca, in Slovacchia, Croazia, Svizzera e a Dubai, movimentava danaro accumulato nelle banche svizzere al netto di filtri fiscali, con documentazione finanziaria che rendeva impossibile identificare provenienza e direzione dei soldi. Grazie a quelle operazioni di riciclaggio, messe a segno con il trucco delle società cartiere che emettono fatture per operazioni inesistenti e con fittizie compravendite di lingotti d’oro, la banda di Vazzoler consentiva ai mega-evasori di riportare liquidità nel Paese di residenza sfuggendo a ogni controllo. Dietro il pagamento di una percentuale tra il 10 e il 15% del denaro movimentato. Manganelli era operativa a Dubai nel ruolo di contabile dell’organizzazione criminale: era lei ad aver creato la cosiddetta “Bibbia Manganelli”, una serie di file, sequestrati dal Nucleo di polizia tributario della Finanza padovana che ha svolto l’inchiesta. File in cui erano registrati dati contabili e profili dei clienti.

La confessione

Nelle settimane successive all’arresto, Manganelli ha confessato almeno quello che non poteva essere smentito. Ha ammesso che Vazzoler era al vertice dell’organizzazione al servizio di evasori che avevano scelto di non utilizzare lo strumento dello scudo fiscale per far rientrare i capitali depositati illecitamente in Svizzera. Ha raccontato la costituzione di società fittizie per eludere le norme antiriciclaggio il cui unico scopo era far uscire il denaro dei clienti dai conti svizzeri e, tramite un passaggio a Dubai, farlo rientrare monetizzato in Italia. Infine ha elencato i clienti beneficiari delle prestazioni ora al centro di un’altra indagine per frode fiscale. —

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