Mangia a sbafo per 700 volte nella mensa dell'ospedale di Padova, incastrato dalla Procura

PADOVA. Per più di quattro anni ha mangiato a sbafo all’interno della mensa aziendale dell’azienda ospedaliera di Padova. Oltre 700 pasti per complessivi seimila euro.
E la cosa sarebbe potuta andare avanti ancora all’infinito se qualcuno non si fosse accorto che quell’uomo, un quarantenne, non aveva il diritto di usufruire della mensa. È così scattata una segnalazione e il caso è finito sul tavolo del sostituto procuratore Sergio Dini che ha aperto un’inchiesta ipotizzando il reato di indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento. L’indagine ora è chiusa e la Procura si appresta a chiedere per l’uomo il rinvio a giudizio.
Il badge
L’intera vicenda ha inizio nel febbraio del 2015 quando il quarantenne trova per terra un badge appartenente in realtà ad una infermiera. Questa tessera permetteva di fruire in maniera completamente gratuita del servizio mensa dell’azienda ospedaliera.
Un’occasione da non perdere deve aver pensato il quarantenne. E così il 26 febbraio del 2015 entra in mensa, consuma il pranzo e striscia il badge per non pagare. La “furbata” riesce e così l’uomo decide di non fermasi più. E così da quel giorno di febbraio del 2015 si presenterà per complessive 705 occasioni all’interno della sala mensa consumando pasti per un valore complessivo di 6.059 euro. Tutto dunque fila liscio fino al 10 luglio 2019, oltre quattro anni dopo il primo accesso, quando qualcuno si deve essere reso conto che qualcosa non quadrava.
L’indagine
Un primo accertamento ha quindi portato subito a capire che quell’uomo non aveva diritto di accesso alla mensa e quindi non poteva utilizzare quel badge per non pagare il pranzo. Del caso è stata quindi informata la Procura di Padova. Il fascicolo è quindi finito sul tavolo del sostituto procuratore Sergio Dini che ha indagato l’uomo per il reato di indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento.
La ricostruzione effettuata con la banca dati dell’azienda ospedaliera ha quindi permesso di ricostruire l’esatta quantità di volte che l’uomo ha indebitamente usufruito del servizio mensa. Ora il sostituto procuratore Dini ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio. L’imputato dovrà ora decidere se chiedere di essere ascoltato in Procura o se decidere di affrontare l’udienza preliminare. In questo caso per lui si farebbe probabile la strada del rito abbreviato che gli permetterebbe di ottenere lo sconto di un terzo della pena che, per questo reato, può prevedere la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da 310 euro a 1.550 euro.—
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova