«Massimo mi ha puntato la pistola al volto»

Dalle rose che non appassiscono mai al traffico di droga, il passo è breve. Lo insegnano i fratelli Crupi (Giuseppe, Rocco Natale e Vincenzo), fondatori di un clan ben inserito nella cosca calabrese della ’ndrangheta “Commisso” di Siderno, proprietari di terreni destinati a serra e di un’azienda florovivaistica. In realtà fiori e piante sono solo una copertura perché il prodotto per eccellenza del “marchio” Crupi è la cocaina. Così nei camion vuoti diretti in Olanda ci sono (ben occultati) i soldi per pagare la pericolosa fornitura, al ritorno nei camion zeppi di fiori venduti sottocosto (ma chi se ne importa), ci sono i carichi di cocaina.
Il fedele della cosca. E chi va nei Paesi Bassi ad accompagnare l’uomo di fiducia dei Crupi, Pasquale Cilia, per gestire quegli sporchi affari? Il padovano Massimo Dalla Valle definito (nel provvedimento di fermo firmato dai pm Giuseppe Cascini e Giuseppe Bontempo della Dda-Direzione distrettuale antimafia di Roma) un «fedele sodale» della cosca che «eseguiva fedelmente (con altri) le incombenze affidate dai "datori di lavoro"». Il suo coinvolgimento nelle attività di narcotraffico – secondo la Dda – risulta da una serie di intercettazioni.
Ore 16.49 del 7 novembre 2013: presenti Dalla Valle con Gian Carlo Beretta (70enne di Sanremo, pure fermato) e M.S. Riferendosi a Beretta, il padovano dice che non sembra nemmeno che lui, una volta, era il più grande trafficante di marijuana del mondo. Rammenta un episodio, quando un aereo pieno di 550 chili di cocaina fu abbattuto dall'aeronautica colombiana... perché il compagno di Beretta non aveva pagato quelli dell'aeronautica affinchè facessero passare l'aereo. Così cominciarono a sparare e lui (Beretta) era andato giù con il paracadute “mollando” il velivolo. Sempre Dalla Valle: «Gian Carlo mi ha raccontato che partivano con la nave perché in Colombia il business vero era la "Maria" (marijuana) prima della coca perché è un business soft, non ti rompono i c... e le navi arrivavano a 450 km dalla costa americana, si fermavano e aspettavano le altre».
Il viaggio. Quello dei Crupi è un gruppo di alto livello nel traffico degli stupefacenti. Nel giugno 2014 Dalla Valle pianifica un viaggio in Sudamerica con Vincenzo Macrì (cognato del boss Vincenzo Crupi). Destinazione Colombia. Non si va, però, direttamente: in aereo fino in Ecuador, in Colombia con un’auto a nolo. Ore 20.53 del 19 maggio 2014: Dalla Valle dice a Crupi di aver prenotato l'albergo a Quito, due singole per 65 € a testa... e l'auto Chevrolet Sail a 300 € per una settimana. Ore 22.22 del 2 giugno 2014: Massimo chiama Vincenzo (Crupi) e gli dice che sono arrivati (in Ecuador), ridendo racconta che Vincenzo (Macrì) ha fatto storie con il noleggiatore. L’interlocutore chiede se hanno usato un volo diretto Amsterdam - Quito: Massimo conferma e dice che sono atterrati 10 minuti fa. Ore 21.16 del 6 giugno: Dalla Valle informa con entusiasmo A. (collaboratrice) di trovarsi a Bogotà (Colombia) per «vedere aziende che fanno rose», precisando che tornerà in Ecuador in serata.
Si legge nel decreto di fermo: «Il 25 giugno Dalla Valle aveva effettuato un versamento di 3.189.592,08 (non si sconosce la valuta) sul circuito Money Gram. Il beneficiario veniva indicato in Castiblanco Parra Nelly Esperanza: doveva ritirare la somma con accredito nr.66088505 a Bogotà. Si ipotizza che il viaggio sia stato organizzato per attivare canali colombiani al fine di avviare o mantenere il traffico di stupefacenti, grazie alla profonda conoscenza da parte di Vincenzo Macrì dell'area geografica e della perfetta copertura fornita dall'attività florovivaistica, dal momento che l'Ecuador è rinomato per la coltivazione e la produzione di rose».
I trasporti. Ancora il decreto: «Nel dicembre 2013 veniva intercettata una conversazione tra Dalla Valle e Vincenzo Crupi alle ore 17.45 nella quale i due discutono della organizzazione di un trasporto di un ingente quantitativo di denaro, chiaramente di provenienza illecita, dall'Italia. Dalla Valle dice a Crupi che suo cognato (Vincenzo Macrì) gli ha suggerito di adottare il seguente stratagemma: acquistare un'auto per ogni persona che dovrà effettuare trasferimento di denaro e ogni autista verrà ricompensato con la cessione della macchina insieme a 5 mila euro in contanti». Il padovano spiega “che questo è lo stesso sistema utilizzato per il trasporto della droga...” I riscontri hanno documentato come l'associazione prediligesse numerosi trasporti per quantitativi sì ingenti, ma non elevatissimi, (10/15 chili a viaggio) in modo da ridurre i rischi».
Metodi mafiosi e armi. Il gruppo aveva disponibilità di armi, «fatto confermato dall’attività di recupero crediti che Dalla Valle effettua in Italia per conto della società Van Der Plas», si legge nel decreto. Il 7 aprile 2014 Massimo si vanta con un interlocutore di essersi recato nell’attività commerciale di Antonio R.: «Questo è uno da fargli un'operazione kappa.... e dopo riandarci un'altra volta... cerca di capirmi... Antonio ha un negozio bellissimo, è opportuno batterlo subito per poi ritornare a trovarlo a distanza di un mese ricordandogli quanto successo, in modo da fargli cambiare idea». Antonio chiamerà uno del gruppo «per lamentarsi delle minacce fatte da Massimo, etichettandolo come mafioso che gli aveva puntato la pistola al volto». Il 9 novembre 2013 Dalla Valle dice a M.C. di avere 5 fucili, una pistola 7.65, una pistola Glock e un Kalashnikov con 6 caricatori, specificando che le due pistole e il Kalashnikov non sono registrati; il 26 marzo 2014 chiede a M.S. di procurargli una pistola 92 S cal.9x21... che non avesse mai sparato».
Cristina Genesin
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