Maturità a Padova, tre centini e lode "storica" al Bernardi

Sono tre alunni del corso di elettronica: Andrea Speroniero, Andrea Fattoretto e Luca Zonta, che si è guadagnato la prima lode mai attribuita nell’istituto

PADOVA. Tre “centini” quest’anno all’Ipsia Enrico Bernardi di via Manzoni, con anche un risultato storico. Sono tre alunni del corso di elettronica, Andrea Speroniero (5aic), Andrea Fattoretto e Luca Zonta, che si è guadagnato la prima lode mai attribuita nell’istituto, proprio nell’anno dell’esame di maturità più strano di sempre.

Andrea Speroniero
Andrea Speroniero

«Essendo un professionale siamo spesso sottovalutati», commenta la dirigente Alessandra Bozzolan, che con una punta di orgoglio elogia i risultati dei suoi studenti, «ma abbiamo anche noi delle eccellenze, qualcuno anche indirizzato verso l’università». La scuola, istituto professionale che conta già 900 studenti tra gli indirizzi di manutenzione tecnica e produzione meccanica, a settembre avvierà anche un programma serale di istruzione per adulti. Una sfida in più, con tutte le problematiche legate alle riaperture in piena crisi sanitaria.

Andrea Fattoretto
Andrea Fattoretto


«Ci sono molti problemi», spiega la preside, «perché la nostra è una scuola dove si insegnano mestieri e nei laboratori, per la natura stessa delle attività, il distanziamento è più difficile. Abbiamo una ventina di laboratori, tra quelli meccanici, elettrici, informatici e di sistemi energetici, oltre a due autofficine».

Luca Zonta
Luca Zonta

Radunarsi intorno a un tavolo di lavoro, maneggiare gli stessi attrezzi, tra torni, frese e saldatori e condividere spazi più o meno ristretti – tralasciando il sistematico sovraffollamento delle classi nelle scuole italiane – sono attività usuali che andranno ripensate. Almeno sulle classi prime, però, la preside è inamovibile: la didattica a distanza non sarà un’opzione. «I ragazzi di prima sono appena arrivati, non conoscono la scuola, non conoscono i compagni. Devono ambientarsi, non possiamo lasciarli a fare lezione a casa».

Per gli altri, invece, sono al vaglio diverse soluzioni: «In fin dei conti i ragazzi vogliono venire a scuola per andare in officina. Un’opzione potrebbe essere farli venire a scuola solo per i laboratori, riducendo il numero di persone in aula e scaglionando le lezioni nell’arco di tutta la giornata. Potrebbe anche essere che la classe si divida a metà tra aula e laboratorio, nelle giornate in cui sarà fatta lezione in presenza. Per le materie più teoriche, infatti, potremmo continuare con la didattica a distanza. Ad ogni modo la nostra priorità resta tutelare la salute di tutti: studenti, insegnanti e personale ausiliario».
 

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