Mauro Corona su Rai 3 parla della lana “salvata” da Appodia

L’imprenditore è l’unico  nel Triveneto autorizzato alla  raccolta della tosatura altrimenti destinata al macero e nel suo laboratorio la trasforma in capi 

PIOMBINO DESE

Acquista e lavora la lana delle pecore trivenete, salvandola dal macero. Paolo Appodia imprenditore tessile, è l’unico autorizzato in Veneto alla raccolta della lana tosata ed alla lavorazione nel suo laboratorio di via Molinella, da cui escono prodotti in purissima lana per il mercato nazionale. Martedì scorso, nel corso della trasmissione “CartaBianca” di cui è ospite fisso, lo scrittore Mauro Corona ha indossato una maglia “Lana Italia calore italiano” prodotta da Appodia, incuriosendo la conduttrice Bianca Berlinguer. «Aiutiamo le nostre attività di tradizione e salviamo l’ambiente locale. Paolo Appodia è uno dei pochi imprenditori che ancora lavorano la lana italiana che altrimenti diventa rifiuto speciale da eliminare, con costi di smaltimento. Oggi la nostra lana, un tempo pregiatissima, fa questa fine» ha ricordato Corona, in diretta tv.

«Mauro è un nostro amico – conferma Paolo Appodia e lo ringraziamo per questa sua testimonianza. Lo conosciamo e gli abbiamo fatto provare i nostri prodotti, 100% in lana naturale tosata e proveniente dal Triveneto. Noi la lavoriamo qui a Piombino e poi vendiamo coperte, maglie e capi con il nostro marchio, garantendo la sopravvivenza della filiera». Dalle pecore, che spesso si vedono attraversare l’Alta, con i loro pastori nella transumanza, alle coperte, la filiera della lana è completa, come ha sottolineato Mauro Corona, legato a Piombino Dese da lunga amicizia con molti cittadini che periodicamente visitano il Comune di Erto e Casso e le zone del Vajont, dove vive. «Ci stiamo specializzando nel produrre questi articoli dopo il crollo delle confezioni e della maglieria. La nostra azienda, attiva da 55 anni, fatturava fino a 10 milioni di euro lavorando per clienti come Loro Piana, Benetton, Marzotto. Oggi siamo sotto il milione e lavoriamo in tre in azienda perché produrre all’estero costa il 35% in meno» spiega Paolo Appodia. Lontanissimi sono i tempi d’oro dei laboratori e delle maglierie che lavoravano a tutto ritmo, ma c’è chi resiste ancora e salva la lana italiana. ––

Francesco Zuanon

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