Maxi parco fotovoltaico a Monselice, è polemica: «Sedici ettari di pannelli calati senza confronto»

Contestata l’iniziativa dell’Azienda Valli in via Ca’ Bonetti. «Scelta che graverà sulla città per i prossimi trent’anni»

Nicola Cesaro

MONSELICE. Un intervento da 16 ettari appena fuori dal centro cittadino, che darà vita a un parco fotovoltaico da 18 mila pannelli e con una prospettiva di trent’anni di vita. E verso cui arrivano le prime voci “ostili”. Il riferimento è all’iniziativa dell’Azienda Valli di Adriano Miola, società padovana che ha recentemente ottenuto l’autorizzazione della Regione Veneto per costruire un maxi-impianto fotovoltaico a terra da 10 megaWatt in via Ca’ Bonetti, tra regionale 10 e Rovigana. Sarà realizzato in un terreno agricolo, frenando di fatto l’espansione della crescente area commerciale di Monselice.

Ad esporsi è il gruppo Ambiente e Società che – pur appoggiando la direzione dell’energia rinnovabile – vede in questa iniziativa mancanza di equilibrio e lungimiranza.

«I proponenti, di questo progetto e degli altri nel resto della provincia, sono sempre dei privati che hanno annusato la possibilità di un profitto ben più consistente di qualche operazione edilizia o della coltivazione agricola. Alcuni sostengono che sotto i pannelli sarà possibile coltivare, ma in realtà il più delle volte cresce solo l’erba che viene falciata quando disturba i pannelli».

Secondo il gruppo ambientalista, la «legge regionale non aiuta e i Comuni sono incapaci di attuare un ragionamento complessivo. La logica avrebbe voluto che queste massicce installazioni di fotovoltaico avessero prima coperto tutti i tetti di case e capannoni, poi sfruttato aree compromesse come le cave dismesse proprio per evitare distese di pannelli sui suoli agricoli».

Nel caso specifico, il gruppo rileva come «a quest’autorizzazione concessa all’Azienda Valli si è praticamente giunti senza alcun confronto, senza il coinvolgimento del consiglio comunale e delle associazioni agricole. Un progetto passato solo negli uffici e che l’amministrazione non ha ritenuto degno di approfondimento e di condivisione. Si sono formalmente coperti con una presentazione pubblica del 15 dicembre 2021, così poco pubblicizzata che in concreto ha visto presenti solo i proponenti e l’assessore interessato».

E ancora: «Sedici ettari di suolo agricolo saranno così ricoperti di pannelli e non ci sarà nessuna ricaduta positiva per la cittadinanza, nessun collegamento con le proposte di comunità energetiche sulle quali stiamo insistendo da anni. Non può certo soddisfare questi aspetti l’offerta di qualche decina di pannelli solari da posizionare sopra la scuola “Zanellato”, tanto sbandierata dal nostro assessore Stefano Peraro».

In definitiva «un brutto precedente, con la riconferma che i nostri amministratori prediligono rapporti diretti con gli interessati e si tengono lontani dal confronto e dalla condivisione per scelte che graveranno sulla città per oltre 30 anni».

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