Maxitruffa Gaiatto, al processo vogliono patteggiare in dodici

Per sei non c’è intesa fra la proposta della difesa e le richieste della Procura Uno è Andrea Zaggia di Saccolongo, gli altri hanno già versato 140mila euro



Dodici coimputati su tredici di Fabio Gaiatto, 44 anni, l’ex trader portogruarese condannato a 15 anni e 4 mesi per la maxitruffa ai risparmiatori, hanno depositato ieri un’istanza di patteggiamento al tribunale collegiale di Pordenone. Soltanto uno ha chiesto di essere ammesso invece al rito abbreviato condizionato a una perizia informatica.

Su metà delle richieste di applicazione pena è stata trovata l’intesa di massima fra difesa e Procura. Dopo che i sei imputati avranno versato sul conto corrente a favore delle parti civili un risarcimento collettivo di 140 mila euro, il procuratore Raffaele Tito e il pm Monica Carraturo presteranno consenso all’istanza.

Marco Zussino, 52 anni, residente a Basiliano, quadro in un’azienda, difeso dall’avvocato Elisabetta Zuliani, ha concordato con la Procura 1 anno e 4 mesi e 3 mila euro di multa, pena sospesa, per abusivismo finanziario e una singola truffa per un danno di 15 mila euro. Nel suo caso è stata esclusa l’associazione per delinquere.

Per le altre cinque posizioni, invece, sono contestati a tutti il vincolo associativo, varie ipotesi di truffa e l’abusivismo finanziario. Massimiliano Vignaduzzo, 47 anni, di San Michele al Tagliamento, ex edicolante, difeso dall’avvocato Francesco Murgia, è pronto a patteggiare 1 anno 9 mesi e 10 giorni e 4 mila euro di multa, senza pena sospesa. Per Giulio Benvenuti, ex consulente finanziario, 34 anni, vicentino, assistito dall’avvocato Marco Dal Ben, sono stati concordati 1 anno e 10 mesi e 4 mila euro di multa, con la condizionale. Luca Gasparotto, 50 anni, di Cordovado, ex subagente assicurativo difeso dall’avvocato Olga Fabris, ha proposto 1 anno, 8 mesi e 3. 400 euro di multa, senza pena sospesa. Claudia Trevisan, 48 anni, di Fossalta di Portogruaro, difesa dagli avvocati Giorgio Dussin e Arcidiacono, ha raggiunto l’intesa con il pm su 1 anno, 11 mesi e 3 mila euro di multa, pena sospesa.

L’ex contabile di Gaiatto Marija Rade, 65 anni, di Capodistria, assistita dall’avvocato Damijan Terpin, alla quale è contestato anche l’abusivismo bancario, ha concordato due anni e 5 mila euro di multa, pena sospesa.

Sulle altre sei istanze di patteggiamento invece il consenso dei pm non c’è. Ieri in udienza il procuratore Raffaele Tito, affiancato dal pm Monica Carraturo, ha chiesto un differimento del processo anche per poterle valutare.

Gli avvocati Remo Lot per l’ex calciatore Massimiliano Franzin, 46 anni, di Oderzo, Enrico D’Orazio per l’agente di commercio Daniele Saccon, 46 anni, di Mareno di Piave, Chiara Maltese per Andrea Zaggia, 33 anni, di Saccolongo e per l’agente assicurativo Moreno Vallerin, 44 anni, di Due Carrare, Olga Fabris per il consulente fiscale Flavio Nicodemo, 50 anni, di Teglio Veneto, hanno depositato al collegio presieduto da Alberto Rossi, a latere Piera Binotto e Elisa Tesco, la loro proposta: 8 mesi e 2. 700 euro di multa ciascuno ma solo per il reato di abusivismo finanziario improprio (senza il concorso, rispondendo dunque solo delle contestazioni riferite direttamente al singolo imputato) e proscioglimento dagli altri capi di accusa. L’avvocato Piergiorgio Sovernigo per il ragioniere di Palmanova Massimo Osso, 47 anni, ha riproposto l’istanza depositata già a dicembre al pm.

Massimo Minighin, 43 anni, di Fossalta di Portogruaro, difeso dall’avvocato Cristiano Leone, ritenuto dalla Procura il creatore e gestore della piattaforma web del gruppo Venice, ha chiesto di essere ammesso all’abbreviato condizionato a una perizia informatica. L’imputato si professa innocente e conta di dimostrare la propria estraneità: la tesi difensiva è che si sia limitato a creare il sito e che i dati sui guadagni fasulli del Forex siano stati inseriti invece da altri.

Per la Procura la priorità resta il ristoro delle vittime della truffa. «La situazione è fluida – ha dichiarato Tito in aula – sono convinto di riuscire a strappare qualche soldarello in più». Già nelle prime schermaglie d’udienza il capo dei pm aveva osservato con amarezza: «Ho capito che a volte è più importante la tasca della libertà, c’è gente disposta a rinunciare alla libertà, ma non al proprio denaro». Prendendo tempo, la Procura confida di incrementare il fondo per il risarcimento delle vittime. Ora le centinaia di parti civili rischiano di spartirsi le briciole. ––



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