Medico in visita urgente, ma arriva la multa

Protesta la categoria: «Nonostante il pass, troviamo troppo spesso contravvenzioni»
19 Apr 2012, France --- Photo essay on a country doctor in Picardie France. He shares his time with consultations at his two offices and home visits. He has also launched an Emergency Medical Service. --- Image by © ABK/BSIP/Corbis
19 Apr 2012, France --- Photo essay on a country doctor in Picardie France. He shares his time with consultations at his two offices and home visits. He has also launched an Emergency Medical Service. --- Image by © ABK/BSIP/Corbis

Multati in servizio, nonostante il pass con scritto a lettere cubitali “medico in visita urgente”. I casi sono tutt’altro che isolati, e si ripetono da anni. «Succede di frequente: in tempi recenti mi è stato segnalato da diversi colleghi, e io stesso ne sono stato testimone diretto» spiega Domenico Crisarà, segretario padovano del sindacato dei medici di famiglia (Fimmg). I medici che fanno visite a domicilio possono fare richiesta per un pass, da esporre sul cruscotto: questo li autorizza a posteggiare più o meno ovunque, comprese le zone non delimitate come parcheggi, purché l’auto non arrechi disturbo. Possono sostare anche nei parcheggi riservati e in zone a pagamento, senza dover pagare di tasca propria. Stessa cosa per le zone a traffico limitato: l’unico limite riguarda i posti riservati ai disabili. «Il pass per noi è fondamentale» sottolinea il dottor Crisarà «perché soprattutto nelle zone centrali è difficilissimo trovare parcheggio, e la ricerca risulta comunque lunga. Ma quando passano, i vigili constatano la presenza del permesso e multano comunque. È successo a me per primo di trovare la multa, nonostante il pass, perché ero in ztl o perché non avevo pagato sulle strisce blu. Una volta avevo una visita in via Santa Lucia: ho girato tutta la zona e non c’era un solo posto. Alla fine ho parcheggiato sul posto per disabili, e mi hanno multato. Ero in torto, ma un medico che ha una fila di pazienti che aspettano la visita cosa deve fare? Penso anche alle colleghe donne che lavorano di notte, e si trovano a percorrere lunghe distanze a piedi, da sole. O al fatto che veniamo multati perfino in via Scrovegni, davanti agli uffici dell’Ulss. È successo anche a me. La Municipale parte dal presupposto che alcuni colleghi, avendo l’autorizzazione, talvolta ne approfittano. Ma è ingiusto confidare a prescindere nella malafede del medico. Se lascio l’auto davanti all’Ulss, mi sembra evidente che non è per fare una passeggiata». Alla base del diverbio tra Ordine dei Medici e Polizia Municipale c’è una questione quasi banale: nel momento in cui il medico di base ottiene il famoso pass, in teoria può usarlo sia per lavoro sia per scopi personali, la scelta sta alla sua coscienza. Secondo quanto riferito dalla segreteria dell’Ordine, inoltre, il permesso dà diritto a una sosta non superiore ad un’ora, in base ad un accordo fissato un anno fa con la precedente amministrazione. Un limite non proprio agevole, perché «quando si va a fare una visita» spiega Crisarà «si sa quando si arriva, ma non quando si finisce». Quello che chiede la Fimmg, ora, è un incontro con le autorità della Polizia Locale: «non intendiamo disturbare il sindaco» dichiara ancora il segretario «né fare eccessiva polemica. Si tratta di venirsi incontro, e credo che sarebbe sufficiente un confronto chiarificatore con la Municipale».

Silvia Quaranta

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